L’acqua sarà uno dei temi fondamentali di Expo 2015. E a due passi da Rho, dove fra cinquanta giorni l’esposizione internazionale aprirà i cancelli, i consorzi di bonifica di Piemonte e Lombardia si sono riuniti per un incontro che guarda al futuro prossimo, immediato, ma anche al presente. Un confronto interregionale nel cuore dell’irrigaizone, alla vigilia della nuova campagna risicola che trae dall’acqua la sua linfa vitale e insostituibile. Senza la materia prima, cioè l’oro blu che socrre nei campi, quell’energia per la vita parte dello slogan di Expo, non potrebbe essere.
Quindi vertice a Novara, con gli esponenti del settore, il presidente dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni), Francesco Vincenzi, e il suo direttore generale, Massimo Gargano. L’incontro si è svolto nella sala Leonardo dell’Asociazione Irrigua Est Sesia, di cui è presidente confermato Giuseppe Caresana e direttore Roberto Isola.
L’Est Sesia è un «tempio dell’acqua», qui ha sede l’archivio storico dei Canali Cavour. L’associazione alimenta le campagne di un vasto comprensorio risicolo che comrpende Novarese e Lomellina.
«Qui, e non solo all’Est Sesia, ma in tutto il territorio, c’è una civiltà dell’acqua – dice il presidente nazionale Francesco Vincenzi – , tanto da essere considerata una risorsa, non un problema. Quando io sento dire che l’agricoltura spreca acqua, da queste terre arriva la risposta: i primi a voler risparmiare sono proprio gli agricoltori, sono proprio loro per primi a voler tutelare l’ambiente. La risaia è un esempio: l’acqua utilizzata ritorna sotto forma di risorsa che alimenta le falde e produce il cosiddetto effetto-spugna nel terreno, tale da preservare alluvioni e disastri».
Vincenzi si batte per un «cambio di mentalità» dell’opinione pubblica, che non è soltanto un approccio diverso nei confronti del mondo agricolo e dei consorzi di bonifica. «E’ necessario cambiare modello di sviluppo. L’agricoltura usa e non onsuma acqua, produce cibo: a livello planetario il 18% di superfici irrigate produce il 45% delle derrate alimentari. Per questo l’attività dei Consorzi di bonifica deve rientrare nei Piani di sviluppo rurale, ma deve anche guardare alle risorse previste dal Fondo sociale europeo. Spesso i consorsi sono sotto attacco da parte di ben identificati interessi, perché la loro azione disturba i poteri forti, che sottendono a modelli di sviluppo basati sulla cementificazione del territorio, non sulla valorizzazione dell’ambiente e dell’agricoltura»
Per invertire l’opinione diffusa c’è però ancora molto da fare. «Dobbiamo diffondere il concetto – dice Vincenzi – secondo cui l’Italia non appartiene al Nord Europa, ma all’area mediterranea e come tale fra i Paesi maggiori utilizzatori d’acqua, che utilizza con parsimonia e intelligenza. Intanto va sotolineato positivamente il lavoro svolto dalla Struttura di Missione contro il Rischio Idrogeologico, alla quale ribadiamo piena collaborazione. Finalmente l’Italia volta pagina nelle politiche di prevenzione da frane ed alluvioni. Siamo passati dall’emergenza al concetto di prevenzione: ogni euro impiegato per prevenire ne fa risparmiare mediamente 6-7».
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