di Paolo Guttardi
Expo: a Lodi il campo agricolo del futuro
Tra le iniziative di Confagricoltura ad Expo 2015 particolare rilievo assume il Protocollo d’intesa con il Parco Tecnologico Padano di Lodi, il polo d‘eccellenza per la ricerca in agricoltura e gli studi agroalimentari, nel quale sarà presentata l‘agricoltura del futuro. Una Casa dell‘Agricoltura nata nell‘ottica di integrare il mondo della ricerca con la realtà agricola e quella zootecnica, che riunisce al suo interno le principali associazioni del settore, garantendo un costante dialogo tra i ricercatori e il mondo produttivo e favorendo iniziative di trasferimento tecnologico.
La collaborazione vuole rinsaldare il legame tra agricoltura e innovazione, che da sempre contraddistingue l‘impegno degli agricoltori più innovatori per avere produzioni più sicure, sostenibili e quantitativamente adeguate ai fabbisogni. D’altra parte è opinione comunemente accettata che l‘agricoltura nel prossimo futuro dovrà vincere tre sfide: suolo, ambiente e sostenibilità, ma anche aumento delle rese e delle produzioni, dal momento che nel 2050 dovrà sfamare oltre 9 miliardi di persone, utilizzando una superficie coltivabile non molto più grande di quella attuale. La nuova Pac, con la quale si dovrà convivere, sembra accompagnare proprio gli agricoltori innovatori e sostenibili.
Le ultime sulla applicazione della Pac
Il nuovo decreto sull‘applicazione della riforma pac che il Ministero delle Politiche agricole ha in preparazione contiene in fondo al testo normativo, una sopresa, prevedendo che nel caso di cessione dei (futuri) titoli senza terra, scatta una trattenuta del 30 % che andrebbe a finanziare la Riserva Nazionale. La trattenuta andrebbe così a rimettere in discussione gli eventuali accordi tra proprietari ed affittuari laddove essi prevedono la cessione, al termine del contratto di affitto, dei titoli al proprietario o a persona fisica o giuridica ”agricoltore attivo” da designare.
Riordino fondiario al via
Potrebbe essere l’uovo di Colombo per risolvere il grosso problema della polverizzazione fondiaria che caratterizza certe zone agricole, anche nella pianura del riso. Secono una bozza di decreto legge governativo, per i trasferimenti di immobili (e quindi anche di terreni) di limitato valore non più necessario l’atto da stipularsi davanti al notaio. E’ noto infatti che molto spesso il costo dell’atto notarile scoraggia gli acquirenti del terreno (quando questi hanno una superficie od un valore minimo) e questo costituisce una freno alle necessarie operazioni di riunificazioni delle particelle catastali in capo al conduttore. Un riordino fondiario a costo zero, senza fantomatiche operazioni di bonifica e di espropri coattivi.
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