Agronetwork, quando il riso diventa “oro in bocca”

Agronetwork, quando il riso diventa “oro in bocca”

L’Italia, con 1,4 milioni di tonnellate annue è il principale produttore di riso in tutta Europa con un numero significativamente superiore (3,5 volte la Spagna e quasi 6 volte la Grecia, seconda e terza) rispetto agli altri Paesi. E pur collocandosi al trentasettesimo posto a livello mondiale, risulta settimo per esportazioni in valore, dato che riflette la preferenza per le varietà speciali e l’alta qualità. Questi numeri sono stati rimarcati durante l’evento che si è svolto nel Salone degli Affreschi di Vercelli, nell’ambito del tour di Agronetwork “L’oro in bocca”, finalizzato alla promozione dei prodotti agroalimentari e dei territori.  L’incontro è stato realizzato insieme a Confagricoltura Vercelli e Biella, non poteva aver sede migliore. La zona detiene il primato di provincia più risicola d’Italia, la cosiddetta “Capitale Europea del Riso”, con una superficie di oltre 70.000 ettari di risaia. E in Italia le superfici destinate al riso ricoprono circa 220 mila ettari. Il Piemonte occupa il 51,9% della superficie totale. La Lombardia segue da vicino, contribuendo al 42,5%. Seguono il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Sardegna.

I principali destinatari delle esportazioni sono i Paesi europei, Germania e Francia in testa, con una percentuale significativa del totale, rispettivamente il 22,5% e il 21,6%. Regno Unito, Paesi Bassi e Belgio seguono da vicino, mostrando un interesse considerevole per il riso italiano. Infine, Austria, Svizzera e Spagna contribuiscono a completare il quadro dell’export. Nel 2023 l’Italia ha esportato riso per 895 milioni di euro, confermandosi un comparto agricolo forte e competitivo, che è tuttavia chiamato ad affrontare molteplici sfide e criticità. Tra queste ultime il significativo aumento delle importazioni in Europa di cereale dai Paesi asiatici; altrettanto allarmante è la volatilità dei prezzi legata a molti fattori, non ultimi i cambiamenti climatici con periodi prolungati di siccità alternati a eccessi di piogge e, non di meno, alla carenza di un’efficace organizzazione della filiera.

La risicoltura vercellese – afferma Benedetto Coppo, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella, – è a una svolta. I crescenti costi di produzione, i sempre maggiori adempimenti amministrativi e ambientali e la necessità di fornire al consumatore un prodotto di qualità sempre migliore, pongono la necessità di percorrere nuove strade commerciali e organizzative. I “contratti di filiera” con le riserie ricadenti nel triangolo del riso (Vercelli, Novara e Pavia) possono rappresentare un buon punto di inizio per raggiungere nuovi obiettivi di qualità, sostenibilità e profittabilità, garantendo anche la tutela del famoso “mare a quadretti” che tutto il mondo ci invidia. Le aziende agricole di Confagricoltura Vercelli e Biella coltivano circa 40.000 ettari in totale. L’alta specificità, l’elevata propensione all’innovazione delle nostre aziende e la forte rappresentatività del territorio, posizionano Confagricoltura Vercelli e Biella come un interlocutore primario del settore risicolo regionale e nazionale”.

Il riso è anche un importantissimo alleato della nostra salute, come ha ribadito nel suo intervento la presidente di Agronetwork Sara Farnetti, medico nutrizionista: “Il riso italiano offre numerosi benefici nutrizionali grazie alla sua digeribilità e all’assenza di glutine. E’ importante saper scegliere risi di qualità per massimizzare i vantaggi per la salute.  Il riso italiano si distingue per le sue varietà pregiate che offrono caratteristiche nutrizionali superiori rispetto alla maggior parte delle varietà estere. Inoltre, il riso italiano, che è spesso coltivato con metodi che valorizzano la biodiversità, è un alimento sicuro e ricco di micronutrienti”.

“La programmazione della filiera, anche per il settore del riso, può avvantaggiare sia l’industria trasformatrice, che può avere garanzie sulle varietà più richieste dal mercato, sia l’agricoltore, che può avere certezze sul prezzo e sul ritiro del prodotto, orientando le semine in base alla domanda. – ha affermato il vicepresidente di Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello, a cui sono state affidate le conclusioni dell’incontro – Per quanto riguarda il Mercosur, così com’è attualmente, penalizza diversi comparti dell’agricoltura italiana, tra cui il riso. Sicuramente bisognerà trattare con la presidente von der Leyen che ha fatto delle promesse molto precise in sede di campagna elettorale nei confronti degli agricoltori europei”.

Nella foto, da destra: Manrico Brustia (Ene Nazionale Risi), Annibale Pancrazio (Vicepresidente Agronetwork), Luca Brondelli di Brondello (Vicepresidente Confagricoltura), Benedetto Coppo (Presidente Confagricoltura Vercelli Biella), Sara Farnetti (Presidente Agronetwork), Giulia Callini (Rapporti istituzionali Agronetwork), Mario Francese (Presidente Airi), Giampaolo Nardoni (Responsabile informazione economica BMTI), Giovanni Provera (Riseria Provera)RISO VERCELLI AGRONETWORK 10_12_24

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