Noto in tutto il mondo, sempre di moda. Il Campari è una bevanda trasversale, dagli avi ai Millennials e alla Generazione Z. Il bitter nacque da un’iniziativa di Gaspare Campari, originario di Cassolnovo (Pavia), che per la prima volta lo servì ai clienti nel Caffè dell’Amicizia, in centro a Novara, nel 1860. Si deve infatti a lui la ricetta di questo elisir rosso che ha fatto la storia e ha contribuito anche alla socializzazione. Una narrazione riproposta da Massimo Delzoppo, giornalista novarese, che ha ricostruito passo dopo passo il cammino del famoso bitter durante un incontro promosso da Azienda Turistica Locale, con Maria Rosa Fagnoni che ha fatto gli onori di casa nella sala delle vetrate del Castello. Campari, ancora adolescente, fu iniziato al mestiere di liquorista in un noto caffè di Torino, prima ancora dell’Unità d’Italia; in seguito, consolidati i fondamentali, si trasferì a Novara, considera una città aperta ai commerci e al futuro grazie alla sua vicinanza con Milano. Ed è proprio nella città lombarda che qualche anno dopo Campari si sarebbe trasferito e aperto il punto di ritrovo diventato famoso in tutto il mondo. Ma Novara non l’ha dimenticato e per celebrare le origini nei prossimi giorni sarà apposta una targa in centro, proprio nel luogo dove c’era il Caffè dell’Amicizia. Nel frattempo, partendo da quell’elisir rosso, la fantasia e l’estro di Marta Grassi, chef del Tantris di Novara, le hanno ispirato un dolce a base di Campari, servito al pubblico nelle sale del Castello. Una variante sul tema.
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