L’Analisi della Settimana

Di Gianfranco Quaglia

Dieta Mediterranea disconosciuta dalla Generazione Z

La Dieta Mediterranea ha un futuro? E’ lecito porsi l’interrogativo, come dimostra la nuova
indagine dell’Osservatorio Waste Watcher International, dal titolo molto esplicito: “La Dieta
mediterranea in Italia: un’eredità di cui riappropriarsi”. A mettere in dubbio certezze che
sembravano consolidate sono i risultati del sondaggio relativo a questo modello nutrizionale,
allo stile di vita che si fa risalire a un luogo simbolo, il Cilento, dove è stato girato il film di
successo “Benvenuti al Sud”. Ebbene, solo il 23 per cento dei giovani fra i 18 e i 24 anni (quasi
uno su quattro) segue questa tradizione o indicazione, definendola però “Un regime
alimentare che prevede un consumo elevato di carne, pesce e latticini, con un ridotto apporto
di carboidrati”. Viceversa, nella fascia di età fra i 55 e 64 anni il 77% parla di “uno stile di vita
che include abitudini alimentari equilibrate, basate su olio di oliva, cereali, frutta, verdura,
pesce, carne moderata, il rispetto della stagionalità e della biodiversità”. A praticarla sono
soprattutto gli anziani (l’85% di chi ha più di 65 anni). Altre curiosità: le donne tendono a
seguirla più degli uomini, consumi più alti di frutta e verdura.
Ma a preoccupare è soprattutto la risposta della generazione Z. Come invertire la rotta? La
misura più apprezzata – sottolinea il rapporto – è l’educazione alimentare nelle scuole (64%),
sostenuta in particolare dagli over 55 (73%). Seguono le campagne di sensibilizzazione sulla
salute. Conforta una richiesta che viene dal mondo giovanile: quasi un giovane su tre propone
di tassare i cibi non salutari. Insomma, c’è ancora molto da lavorare ma per fortuna il terreno è
fertile.

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