Il chicco di riso e il fagiolo. Non è una favola di Esopo, ma un bel matrimonio riuscito tra la varietà di riso Maratelli, che è anche la storia di una grande famiglia vercellese, e la <fasola> di Villata. Il tutto consacrato durante una festa nelle sale del castello degli Avogadro di Quinto Vercellese, cornice d’altri tempi che ha legato il passato al futuro. Qui la storia corre sul filo dei ricordi, ma non indulge alla nostalgia: è un messaggio di caparbietà, innovazione e coraggio, che gli eredi Maratelli (scopritore di quella varietà rara) non intendono disperdere, anzi vogliono rilanciare. E così Vittorina Maratelli, con Augusto, autore del libro <Mario Maratelli, una storia importante>, ha promosso un incontro culturale e gastronomico per suggellare il patto con un altro prodotto d’eccellenza, appunto il fagiolo di Villata: uno e l’altro ingredianti-pilastro di quella «panissa» vanto vercellese.
Un secolo fa, agli albori della Grande Guerra, Mario Maratelli scopriva per caso nel suo campo di riso quella spiga diversa. Decise di non cancellarla, al contrario la valorizzò, la svezzò sino a crescerla, tanto da farne motivo d’orgoglio e moltiplicarla in decine di migliaia di esemplari. Così nacque la varietà maratelli, che conobbe i fasti e poi il declino sino quasi a scomparire. Cento anni dopo Vittorina Maratelli, così come fece il suo avo, uole che quella «diversità» non sia dimenticata, ma riproposta come coltivazione. Qualcuno come Eusebio Francese della cascina Canta di Gionzana (Novara), altri cominciano a seguirne l’esempio.
E’ un elogio della diversità, quasi una metafora dell’integrazione, come ha ricordato il giornalista Gianfranco Quaglia durante la serata di Quinto. Una diversità celebrata anche dai brani della banda folk «Gli Amish». E il collega Enrico Villa ha ripercorso in breve gli anni della sua infanzia a Milano, quando si cucinava riso Maratelli con il latte. Ma ora si guarda al futuro: Maratelli e fasola di Villata salgono sull’Arca del gusto di Slow Food, un connubio che promuove le eccellenze del territorio, non solo gastronimiche, ma anche culturali. Il tutto condito dalla passione, a cominciare dalla conduttrice della serata, Sandra Ticozzi, che ha legato il filo degli interventi: Giuseppe Ghisio, Franco Bullano, Carolina Ferraris, Maura Forte (sindaci di Quinto, Villata, Asigliano, Vercelli); Alice Cerutti, presidente di «Strada del riso vercelese di qualità» e di Giovani Agricoltori di Confagricoltura Vercelli; Augusto e Vittorina Maratelli; Umberto Uga presidente della <Fasola di Villata>; l’assessore di Vercelli Alberto Perfumo; Lorenzo Gambarotta, autore del documentario «Mario Maratelli-Riso Maratelli».
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