CultMeat, progetto dell’Università di Torino per la carne in laboratorio

CultMeat, progetto dell’Università di Torino per la carne in laboratorio

Si chiama “CultMeat”. E’ un metodo innovativo per coltivare carne in laboratorio ed è anche la missione della campagna di crowdfunding lanciata  da un team di ricerca dell’Università di Torino sulla piattaforma Ideaginger.it. Obiettivo:  ridurre l’impatto ambientale e rispondere alle sfide etiche legate all’allevamento intensivo.

“La carne coltivata è biologicamente identica a quella che conosciamo, ma viene prodotta con un impatto ambientale estremamente ridotto rispetto a quello degli allevamenti,” spiega Lù Casini del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino e responsabile del progetto “Attraverso l’uso di cellule staminali animali possiamo ottenere tessuti muscolari in un ambiente controllato, utilizzando un metodo che, una volta ottimizzato, potrebbe rivoluzionare l’industria alimentare.” L’idea alla base della ricerca è superare gli ostacoli tecnologici che fino ad oggi hanno reso la carne coltivata difficile da produrre su larga scala, utilizzando sulle cellule suine un sistema efficace già testato con successo su cellule umane per la medicina rigenerativa. “La carne coltivata può rappresentare una risposta concreta ai problemi ambientali e culturali che il nostro sistema alimentare attuale non può più ignorare”  aggiunge Sveva Bottini, ricercatrice dell’Università di Torino e del team di Cult Meat.

L’Università di Torino ha selezionato CultMeat con la terza edizione del bando Funds TOgether, sviluppato insieme a Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it, con l’obiettivo di aiutare le ricercatrici e i ricercatori ad acquisire le competenze per sviluppare campagne di crowdfunding efficaci e sostenerle economicamente. L’Università di Torino infatti raddoppierà i fondi raccolti tramite crowdfunding con un ulteriore contributo di 10.000 euro.

In pochi giorni la campagna di crowdfunding ha già raccolto oltre 10.000 euro grazie al supporto di più di 235 donatori, fondi che saranno utilizzati per isolare le cellule staminali suine e acquistare i materiali necessari per trasformarle in cellule muscolari e produrre il primo prototipo di carne coltivata. “Il crowdfunding si sta dimostrando uno strumento straordinario per coinvolgere le persone in questa importante sfida scientifica”, prosegue Alessandro Bertero, docente e ricercatore al Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute di UniTo e leader scientifico del progetto. “Una risposta così rapida e così numerosa da parte dei sostenitori ci emoziona e conferma quanto sia sensibile la comunità al tema della nostra ricerca e ai suoi risvolti”.  “Ora che abbiamo raggiunto il primo obiettivo della nostra campagna non ci fermiamo”, rilancia Sveva Bottini: “Dedicheremo tutti i fondi in più che raccoglieremo all’acquisto di un coltivatore, uno strumento che, come una sorta di fermentatore, ci permetterà di lavorare con volumi e quantità sempre più alti in modo da facilitare il passaggio dalla ricerca alle applicazioni industriali”.

Per sostenere il progetto Cult Meat con una donazione basta cliccare sul link CultMeat – coltiviamo la carne per un futuro più sostenibile, scegliere la ricompensa preferita e completare la procedura in pochi click.

“L’Università di Torino”, dichiara Alessandro Zennaro, vicerettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in ateneo, “ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, anche attraverso l’iniziativa di crowdfunding. È un’opportunità per avvicinare sempre di più la ricerca scientifica alla cittadinanza, illustrandone gli obiettivi di medio-lungo termine, aprendo le porte dei laboratori”.

“Questa campagna è un’occasione di collaborazione e formazione anche per lo staff dell’Università di Torino, che mette a disposizione delle ricercatrici e dei ricercatori dell’ateneo le proprie competenze specialistiche in ambito fundraising e finanza alternativa” ha aggiunto Elisa Rosso, direttrice della Direzione Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione di UniTo. cultmeat

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