Nel 2024 la quantità di cibo gettata nei cassonetti d’Italia è aumentata del 45,6 per cento. Un
dato impressionante, che fotografa lo spreco alimentare a fronte di oltre tre milioni di cittadini
che chiedono aiuto per sfamarsi. A sottolinearlo è Coldiretti, secondo l’ultimo rapporto Fead (il
Fondo di aiuti europei agli indigenti). “E non si tratta soltanto di un problema etico, ma che
determina anche effetti sul piano economico e ambientale per l’impatto negativo sul dispendio
energetico e sullo smaltimento dei rifiuti” sottolineano Cristina Brizzolari, presidente Coldiretti
Piemonte, e il delegato confederale Bruno Rivarossa. Quasi inascoltato sembrano gli appelli sin
qui lanciati per contenere sprechi e utilizzare avanzi: insomma uno schiaffo alle buone
pratiche, malgrado l’inflazione e l’aumento dei prezzi. Evidente che occorre un cambio di
passo, mentalità. Un approccio culturale nuovo e controcorrente. Non è soltanto un vezzo
italiano: la Fao stima che ogni anno quasi un miliardo di tonnellate di generi alimentari nel
mondo finisce nei cassonetti, una quantità pari al 17% del cibo disponibile su tutto il pianeta.
E non solo nei frigo e in tavola. Anche nei ristoranti, dove la pratica del “doggy bag” (portare a
casa il cibo avanzato nel piatto) fatica a imporsi. L’iniziativa, diffusa in altri paesi europei e negli
Stati Uniti, mira a diffondere una cultura del consumo responsabile e potrebbe contribuire a
ridurre gli sprechi alimentari. Proprio in qualche paese dell’UE questo modello è diventato
obbligatorio, sancito dalla legge, come in Spagna e in Francia. Secondo un’indagine in Italia il
92 per cento di ristoranti e pizzerie è già attrezzato per fornire il servizio, ma solo il 15,5% dei
clienti lo richiede: tra le cause ci sarebbe l’imbarazzo ad avanzare la richiesta e non sarebbe
incentivante neppure la denominazione: come dire che si porterebbe via gli avanzi non per sé,
ma per il proprio cane. Comunque sia, è stata presentata in Parlamento una proposta di legge
che mira a rendere obbligatoria la “doggy bag”. Quando vedrà la luce non si sa. Certo è che
qualcosa bisognerà fare per invertire la tendenza degli sprechi nel loro insieme.
Siamo campioni di spreco alimentare
di Gianfranco Quaglia
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