La risaia italiana guadagna il 7,5 per cento in più rispetto alla superficie del 2023, passando da 210.239 ettari ai 226.100 di quest’anno. Questi i dati definitivi di Ente Nazionale Risi, con un saldo positivo di 15.861 ettari. La paura della siccità, che aveva caratterizzato le annate precedenti, è stata allontanata, spingendo le aziende agricole a investire: neve e abbondanti piogge non hanno scoraggiato i risicoltori. Insomma, l’acqua è arrivata in abbondanza, in qualche caso persino in eccesso. Fa eccezione una zona del Piemonte, la Baraggia biellese, ma non per mancanza di risorsa idrica. Qui il problema è un altro: il distretto risicolo soffre per il cosiddetto e controverso deflusso ecologico, una disposizione prevista dall’Unione Europea e recepita dalla Regione, che prevede il mantenimento di un livello minimo nei corsi d’acqua: il volume necessario affinché l’ecosistema acquatico continui a prosperare e a fornire i servizi necessari.
In particolare il problema riguarda la rossa Marchesa sul torrente Cervo, che fino al 2023 poteva mantenere una portata di 1250 litri al secondo. Da questa estate la norma impone di portarla a 750. In pratica – sostengono i risicoltori – il rilascio sottrae alla risaia circa 500 litri al secondo, in un momento particolarmente delicato, caratterizzato dalla fioritura del riso. I terreni interessati si trovano nei comuni di Villanova, Masazza, Buronzo, Mottalciata e Giflenga. Zone in cui si produce il pregiato riso Dop della Baraggia.
You must be logged in to post a comment Login