Le paratie dissetano i campi e ci ricordano Mariupol

Le paratie dissetano i campi e ci ricordano Mariupol

di Gianfranco Quaglia

Le immagini sono spettrali. I ricordi sembrano vaporizzati nel racconto di una guerra senza fine. Mariupol, acciaieria Azovstal, dove si è combattuta e scritta una delle pagine più cruente e tragiche dell’invasione russa e della resistenza ucraina. Il complesso siderurgico, uno dei più grandi del mondo, non esiste più, ridotto a un ammasso di rottami, calcinacci, grovigli di ferro e acciaio. Qui si produceva gran parte del materiale che poi veniva dirottato in Europa e in tutto il mondo. Anche in Piemonte, con una ricaduta indiretta per l’agricoltura. Un ponte ideale lega infatti la centrale idroelettrica di Mazzè Canavese (Torino) a Mariupol. In questo impianto, che oggi attraversa momenti difficoltosi a causa dell’aumento dei costi energetici, le paratie di sbarramento sono state infatti prodotte in quella acciaieria, prima che venisse distrutta dai bombardamenti. La centrale stocca le acque della Dora Baltea per irrigare territori nelle province di Biella e Vercelli (circa 4 mila ettari). La struttura, di proprietà della Regione Piemonte che anni fa ha investito 38 milioni di euro per interventi di ammodernamento, è gestita dalla Coutenza Canali Cavour, l’Associazione Irrigazione Est Sesia e il Consorzio di miglioramento fondiario Angiono Foglietti.

Una gran parte dei nuovi sbarramenti e delle paratie d’acciaio è arrivata da Mariupol, come testimonia la documentazione annessa al trasporto dei materiali provenienti dall’Ucraina, e conservata da Est Sesia. “Iron e steel” (ferro e acciaio), anche in caratteri cirillici. Via mare sino al porto di Ancona o Ravenna e da lì, via terra, fino a Mazzè. Poi, ovviamente, l’invio si è interrotto, ma quelle grandi opere assemblate e realizzate in centrale ci ricordano la provenienza e la tragedia umana vissuta in quella acciaieria.

Foto Giuseppe Casalone

 

mazze

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