Chi l’ha definita monumento vivente e chi spinge per promuoverla a patrimonio dell’Unesco, come è già avvenuto per Langhe-Roero-Monferrato. La risaia ha tutte le carte in regola e i presupposti per ottenere il riconoscimento. Alessia Barbaglia, del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) lo sa bene, ci crede, e da anni organizza eventi che richiamano l’attenzione su questo mondo orizzontale. Non è un caso se questo giugno è stato dedicato alla “Agri-cultura”, titolo che suona come un invito per imparare dalla terra a curare il paesaggio. Con una serie di appuntamenti che portano gli appassionati a contatto con la risaia. Si è iniziato sabato 8 nel salone delle conferenze del Fai di Novara (vi Gaudenzio Ferrari 22) con una conferenza a cura di Fabrizio Buttè, Valter Porzio e Alessandro Carelli, (Ordine degli agronomi e forestali Novara-Vco), su “Paesaggio agricolo del territorio, la prossima agricoltura avrà bisogno del suolo?”. Sabato 15 (ore 17) si parlerà del valore del riso italiano, dalle linee antiche alle nuove varietà, l’importanza della ricerca genetica per l’uso del futuro. Relatore Filip Haxhari, responsabile del miglioramento genetico del Centro Ricerche Ente Nazionale Risi. Haxhari è tra i massimi punti di riferimento della ricerca in campo risicolo: di origine albanese, ha lavorato a lungo in Cina prima di rientrare in Europa. Dopo un passaggio alla Sa.Pi.Se. (la cooperativa Sardo-piemontese-sementi) nel Vercellese, dove è stato creato il riso Venere a pericarpo nero, è approdato all’Ente Risi. Con un gruppo di altri ricercatori sta sperimentando in laboratorio e in campo nuove varietà di riso resistenti ai cambiamenti climatici e alla siccità, come “Prometeo”; inoltre ha realizzato con l’Università di Pavia uno studio sui risi che contengono basso indice glicemico. Sabato 22 sarà la volta di Roberto Sambo (Slow Food Italia), con la conferenza “Per una storia giusta del gusto: cibi, culture, radici, diritti”. Sarà anche un viaggio sul campo. Domenica 16 giugno, alle 15, il programma prevede una visita alla Cascina Motta di San Pietro Mosezzo, dove nasce “Riso preciso”. La famiglia Chiò (Giovanni è presidente di Confagricoltura Novara Verbano Cusio Ossola) illustrerà ai visitatori le modalità di coltivazione del cereale secondo le più avanzate tecnologie che osservano avanzati standard di ecocompatibilità: l’agricoltura di precisione che consente il minor utilizzo di agrofarmaci nel rispetto della natura. Si va dalla guida satellitare alla geomappatura sino all’impiego di piccoli robot per testare l’inquinamento dell’acqua di risaia. Infine, domenica 23 giugno, alle 15, alla Marangana di Biandrate, che fu residenza di Sebastiano Vassalli, lo scrittore de “La Chimera”. Tema: il paesaggio agricolo incontra la cultura nelle storie di Sebastiano. Un momento di riflessione e confronto su un mondo che Vassalli decantò nel suo romanzo più noto, “La Chimera”.
Nella foto: Filip Haxhari
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