Il riso in rosa. Potrebbe essere uno slogan o uno spot. In realtà è un cereale che cresce nella pianura vercellese, ha un pericarpo nero, ma nel piatto arriva rosa. Si chiama “Verelè”, acronimo di Veronica e Eleonora, coltivato dalle aziende agricole Giuseppe Vasino e Roberto Priora di Fontanetto Po, “amici da sempre” e che ora coinvolge anche i giovani Riccardo Priora e Pietro Laurini. Nasce come riso nero integrale, appartiene al Gruppo A dello Japonica, profumato, con basso indice glicemico. Veronica e Eleonora sono le figlie di Vasino, che ha scoperto casualmente questa varietà in una risaia. Il colore rosato affiora un giorno, durante la lavorazione: tolta la lolla (vale a dire il mantello o la scorza di colore giallognolo), il chicco è apparso nero. Ma a mano a mano che veniva abraso a pietra, il chicco assumeva una colorazione violacea da crudo, mentre in fase di cottura – non più di 12 minuti – rivelava sorprendenti sfumature rosa. E soprattutto manteneva l’aroma marcato.
La sublimazione di questo prodotto è avvenuta durante un evento culturale-gastronomico all’Istituto alberghiero “Sergio Ronco” di Trino Vercellese, a cura di Acli Terra Vercelli, l’associazione professionale agricola, con la presidente provinciale Donatella Maffei, Cesare Daneo (presidente Acli Vercelli) e Nicola Tavoletta, presidente nazionale Acli Terra. E l’intervento dei giornalisti Giulia Toninelli e Marco Fantasia.
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