Se la pioggia degli ultimi giorni fosse stata tutta quanta immagazzinata, probabilmente nei prossimi mesi non ci sarebbe motivo per parlare di mancanza d’acqua nei campi. Alla cascina Margherita di Ponzana (frazione di Casalino, provincia di Novara), il tema dell’arsura ricorrente in risaia è tornato d’attualità. Perché tutta quell’acqua caduta dal cielo scivola in gran parte sulla campagna, se ne va nei fiumi, finisce nell’Adriatico. Complessivamente ogni anno l’Italia disperde 385 miliardi di metri cubi di acqua piovana e soltanto l’11 per cento viene trattenuto in falda. Uno spreco.
Marzia Vicenzi, sindaco di Vicolungo, ha messo attorno a un tavolo esperti e esponenti del mondo risicolo: un tentativo per misurare le possibilità di intervento e non farsi trovare impreparati ancora una volta. La soluzione ci sarebbe: realizzazione di invasi o piccoli laghetti di contenimento, ma sin qui soltanto parole. Anzi, quasi un’utopia, considerati i costi e la lentezza burocratica. Necessitano investimenti cospicui, ha ricordato l’europarlamentare Alessandro Panza, e occorre superare anche le resistenze e le suscettibilità territoriali.
L’alternativa è rappresentata dalla falda, da rimpinguare anche durante l’inverno, come hanno sottolineato il presidente del consorzio d’irrigazione Est Sesia, Camillo Colli, e l’ingegner Valter Brustia, esperto di opere idrauliche. La risicoltura del futuro e il territorio novarese dovranno fare sempre più i conti con il cambiamento climatico: su questo aspetto hanno insistito il meteorologo Domenico Lucci e Daniele Barbone, amministratore delegato di Acqua Novara-Vco. Giovanni Chiò, presidente di Confagricoltura Novara-Vco: “Sì agli invasi, ma nel frattempo occorrono soluzioni intermedie e razionalizzare la risorsa idrica quando c’è”. Manrico Brustia, responsabile settore riso di Cia: “Parliamo della gestione del Lago Maggiore: il livello dovrebbe scendere da -35 a -50 nei mesi di maggior utilizzo in risaia”. Fabrizio Rizzotti, vicepresidente provinciale Coldiretti: “Non possiamo rimanere inerti di fronte al cambiamento climatico, altrimenti le aziende chiudono. Dobbiamo invece trattenere l’acqua quando c’è”. Mario Fossati, direttore di Est Sesia: “Con la Regione abbiamo avviato il piano di sistemazione del canale Regina Elena e stiamo affrontando il tema del deflusso minimo ecologico”.
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