di Fabrizio Filiberti
Quadro di certificazione per l’assorbimento del carbonio
Il Parlamento europeo ha adottato la relazione finale sulla proposta per istituire il primo quadro di certificazione a livello europeo per l’assorbimento del carbonio.
Il carbon farming non è solo sequestro di carbonio, ma anche riduzione delle emissioni del suolo e fermentazione enterica e del letame, così il Carbon farming viene finalmente riconosciuto dal Parlamento europeo; ciò permetterà ad un numero maggiore di agricoltori di entrare in questo sistema e di trarne benefici.
Con tale voto, il Parlamento europeo ha deciso di andare oltre gli obiettivi originari della proposta della Commissione, includendo norme relative all’uso dei certificati.
Consiglio e Parlamento europeo concordano sulla necessità di istituire un registro a livello europeo, concordando sull’obbligatorietà di un co-beneficio legato ai crediti oltre alla remunerazione.
Si punta ad un regolamento maggiormente aderente alle necessità e peculiarità del settore agricolo, sebbene con un sistema di certificazione molto rigoroso applicabile in UE a partire dal 2028.
Sarà importante fare in modo che il meccanismo nazionale di certificazione dei crediti di carbonio dal settore agroforestale, introdotto dal DL 13/2023, convertito nella legge 41/2023, che ha affidato al CREA l’istituzione di un apposito registro dei crediti per il settore agroforestale nazionale e la definizione delle relative linee guida, possa prevedere sia pratiche di assorbimento che riduzione delle emissioni.
Bando Regione Piemonte per i giovani
La Regione Piemonte ha pubblicato il bando 2023 del Progetto integrato che sostiene gli investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole (SRD 01) e l’insediamento dei giovani agricoltori (SRE 01), a valere sul nuovo Sviluppo rurale 2023/2027.
Il programma ha lo scopo di contribuire a potenziare la competitività sui mercati delle aziende agricole e ad accrescere la loro redditività e, allo stesso tempo, di favorire l’avviamento di nuove imprese e il ricambio generazionale mediante l’insediamento iniziale dei giovani agricoltori.
Dall’11 dicembre e fino al 14 marzo 2024 potranno presentare domanda di contributo i giovani agricoltori con un’età compresa tra 18 anni (compiuti) e 41 anni (non compiuti), già titolari di una azienda agricola da non più di 24 mesi dalla data di approvazione del bando ovvero che si insediano entro i 3 mesi successivi alla richiesta di sostegno.
Agli investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole sono stati destinati 25 milioni di euro, mentre i fondi per l’insediamento giovani agricoltori ammontano a 20 milioni di euro, per un totale complessivo di 45 milioni di euro di spesa pubblica.
Per l’intervento SRD 01 la spesa minima ammissibile è pari a 25 mila euro (ridotta a 15 mila per le zone montane). Il contributo pubblico massimo erogabile è invece fissato a 200 mila euro.
Per l’insediamento (SRE 01) il premio verrà erogato con i seguenti importi: un solo giovane, 45 mila euro, con la maggiorazione di 10 mila euro in zona di montagna; due giovani, 35 mila euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 8 mila euro in zona di montagna; più di due giovani (fino a un massimo di cinque), 30 mila euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 5 mila euro in zona di montagna.
La compilazione delle domande deve avvenire attraverso l’apposito servizio on-line del Sistema informativo agricolo piemontese (Siap) denominato “Sviluppo Rurale 2023-2027”, tenendo presente che nel quadro “Investimenti” devono essere riportate, oltre al Premio di insediamento che viene considerato alla stregua di un investimento e che deve obbligatoriamente essere indicato, tutte le spese che si intendono effettuare usufruendo dei sostegni dell’intervento SRD 01 mentre nel quadro “Spese insediamento” devono essere riportate tutte le spese che non sono finanziabili sull’intervento SRD 01 (e che pertanto non devono essere riportate nel quadro “Investimenti”), ma che concorrono alla dimostrazione delle spese relative all’utilizzo del Premio di insediamento (SRE 01).
Nuova Sabatini: ulteriore proroga di sei mesi
La legge Sabatini prevede una proroga di sei mesi per la realizzazione degli investimenti agevolati anche per i contratti di finanziamento stipulati entro il 31 dicembre 2023 (D.L. 132/2023). La proroga, proposta e fortemente voluta da Confagricoltura, diventa importante soprattutto in periodi come questi nei quali i fornitori hanno difficoltà a reperire materie prime. Anche le micro, piccole e medie imprese, dunque, che non hanno ancora stipulato il contratto di finanziamento possono beneficiare di 18 mesi per ultimare gli investimenti agevolati.
La precedente proroga di sei mesi, utile ad allungare il periodo di realizzazione degli investimenti, da 12 a 18 mesi, riguardava i contratti stipulati fino al 30 giugno 2023. Grazie al nuovo intervento normativo anche le imprese che stipuleranno il contratto di finanziamento entro il 31 dicembre 2023 potranno beneficiare di un periodo più ampio, fino a 18 mesi, per ultimare gli investimenti agevolati.
A questo proposito è anche utile segnalare che l’articolo 13 del DL 145/2023 (misure urgenti in materia economica e fiscale) ha previsto nuovi fondi per questo strumento agevolativo. Nello specifico, sono stati stanziati per l’anno 2023 50 milioni di euro. Tale intervento, anche in questi ultimi mesi, ha sempre esortato l’Esecutivo al suo rinnovo assicurerà continuità agli investimenti produttivi delle mPMI (anche) agricole.
Proposta di Regolamento UE a sostegno della sperimentazione in campo
Nel Convegno “Tecniche di Evoluzione Assistita: nodi e opportunità per il rafforzamento dell’autonomia alimentare” tenutosi a Roma il 6 dicembre, Assosementi rivolgendosi alle Istituzioni attraverso il “Manifesto per la Promozione delle TEA per il sostegno al Made in Italy” presentato dalle Asssociazioni di categoria chiede di favorire l’approvazione della proposta di Regolamento UE sulle Tecniche di Evoluzione Assistita e investimenti concreti nella ricerca pubblica e privata per avviare subito la sperimentazione in campo.
I rappresentanti della filiera agricola e alimentare e della ricerca vogliono evidenziare il ruolo strategico che rivestono le TEA per il futuro del settore. In questo scenario, auspicano l’istituzione di un Comitato interministeriale fra Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute e Ministero dell’Agricoltura per garantire il posizionamento nazionale a livello europeo verso l’approvazione della proposta di Regolamento UE sulle TEA. Al tempo stesso, ritengono fondamentale la creazione di un Tavolo permanente sulle TEA che riunisca gli attori della filiera e i Ministeri coinvolti.
La costituzione di una rete di centri di ricerca pubblica e privata di eccellenza e l’istituzione di un fondo destinato alla ricerca applicata rappresentano gli elementi chiave richiesti al Ministero dell’Agricoltura per moltiplicare gli sforzi del progresso scientifico sulle TEA in Italia, anche tramite la sperimentazione in campo aperto.
Grazie alle TEA, il comparto sementiero può mettere a disposizione varietà capaci di coniugare le sfide del comparto con le esigenze dei consumatori e contribuire a preservare e tutelare le eccellenze del Made in Italy. Il nostro appello alle istituzioni italiane è di farsi portavoce delle nostre richieste a livello europeo, affinché la proposta di Regolamento UE sia approvata in tempi brevi”.
Il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha spiegato nel suo messaggio che servono scelte forti e innovative, dobbiamo essere consapevoli che bisogna investire molte più risorse, sia pubbliche che private per migliorare la sostenibilità climatica e ambientale e per rafforzare la capacità di trasformazione del settore agroalimentare.
Le TEA possono essere uno strumento efficace per rafforzare le nostre colture anche in chiave di sostenibilità ambientale, le evoluzioni permetteranno di ottenere piante più forti, capaci di resistere anche ai danni causati da eventi climatici estremi ed inoltre rappresentano un’opportunità per il nostro sistema agroalimentare.
In questi giorni sul Regolamento UE è in corso un dibattito tra gli Stati Membri che ha portato a una versione di compromesso della proposta. L’Italia ha espresso il suo favore nei confronti del Regolamento, grazie anche al lavoro coordinato con il Ministero dell’Agricoltura e il Ministero dell’Ambiente.
Sull’argomento ci auguriamo di portare a termine l’iter di approvazione nella plenaria di febbraio 2024. Abbiamo estremo bisogno delle TEA, un’innovazione che nulla ha a che fare con gli OGM in quanto non vengono inseriti geni estranei alla pianta!
L’Italia può vantare una competenza molto forte nella ricerca e siamo già pronti a produrre, ad esempio, nuove varietà di vite. I nostri agricoltori hanno la necessità di contare su questi strumenti per affrontare le sfide che sono chiamati a vincere, a partire da quella contro i cambiamenti climatici”.
Il punto di vista dei rappresentanti della filiera agroalimentare è che le TEA sono una risorsa determinante per l’Italia, è stato siglato già tre anni fa, in anticipo sui tempi, uno storico accordo con la SIGA (Società Italiana di Genetica Agraria) per una nuova genetica ‘green’ che punta a tutelare la biodiversità dell’agricoltura italiana e, al contempo, migliorare l’efficienza del nostro modello produttivo attraverso, ad esempio, varietà più resistenti, con meno bisogno di agrofarmaci ed acqua, in un impegno di ricerca partecipata anche da ambientalisti e consumatori
La necessità di fronteggiare la sfida climatica, difendere e valorizzare il patrimonio di biodiversità agraria nazionale e la distintività delle nostre campagne, garantendo nuove possibilità di crescita e sviluppo all’agroalimentare nazionale.
You must be logged in to post a comment Login