Paolo Carrà: “I miei dodici anni al servizio di Ente Nazionale Risi”

Paolo Carrà: “I miei dodici anni al servizio di Ente Nazionale Risi”

di Gianfranco Quaglia

Paolo Carrà, presidente dal 2011, lascia la guida dell’Ente Nazionale Risi. Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, nelle scorse settimane aveva designato come futura presidente Natalia Bobba, imprenditrice di Vinzaglio (NO), nota nel settore per essere alla guida dell’associazione “Donne&Riso”. Mentre prosegue l’iter procedurale che porterà alla  nomina,  il ministero – con una nuova interpretazione – ha stabilito che in questa fase di transizione la reggenza dell’Ente spetti al consigliere più anziano attualmente in carica nel cda. Nella fattispecie Maria Grazia Tagliabue, amministratore delegato di SP, riseria con sede a Stroppiana (VC).

Carrà, un bilancio di questa esperienza trascorsa al timone di un Ente unico e quasi centenario?

“Più che positivo. Un’avventura di dodici anni che mi ha consentito di apprendere molte cose e di aver raggiunto anche qualche traguardo. Sono entrato a 45 anni, quando non me lo aspettavo, ne esco più ricco sotto il profilo umano e della conoscenza del settore”.

Nessun rimpianto?

“No, intanto un ringraziamento a tutto il consiglio d’amministrazione, ai dipendenti e ai ricercatori. Con loro, insieme, abbiamo cercato di aprire l’Ente il più possibile all’esterno. Un’operazione d’immagine e trasparenza servita a farci comprendere meglio e incontrare di più. In particolare sono riconoscente al direttore Roberto Magnaghi. Entrambi con ruoli diversi, ci siamo sempre confrontati, a volte anche attraverso dibattiti accesi. Ma costruttivi nell’interesse comune dell’Ente”.

I momenti più difficili del suo mandato?

“Basti pensare che all’inizio eravamo in regime di spending review, vale a dire che potevamo avere a disposizione per la promozione soltanto 10 mila euro l’anno. Sottolineo la cifra. Ci siamo chiesti che cosa fosse possibile fare, ma abbiamo dato fondo alla fantasia. Sin dall’inizio mi ero imposto di portare all’esterno la conoscenza del riso Made in Italy attraverso iniziative e presenze in manifestazioni importanti e mindiali. Una di queste la partecipazione a Expo 2015, una vetrina mondiale con uno spszio dedicato all’Ente Nazionale Risi e al mondo della filiera”

I rapporti con il Palazzo, vale a dire con Roma e Bruxelles, dove si prendono le decisioni?

“In dodici anni sono passato attraverso 9 ministri diversi dell’agricoltura, appartenenti a Governi di coloe opposto. Non è stato facile perché ogni volta è ststo necessario reinventarsi e soprattutto confrontarsi per rappresentare il significato dell’Ente, attorno al quale di tanto in tanto si agitavano rumors di chiusura. Ma alla fine è sempre stato riconosciuto il ruolo di un organismo unico, capace di catalizzare una filiera composta da agricoltori e industriali. E interlocutore essenziale anche a Bruxelles”.

A livello UE non sempre la risicoltura italiana ha goduto di apprezzamento e riconoscimenti…

“La battaglia che Ente Nazionale Risi, per primo, acanto ai Governi italiani, ha compiuto per la clausola di salvaguardia è un esempio di costanza e fatica. Ma la determinazione ha portato al risultato”.

Si può dire sia stata una conquista storica quella di aver ottenuto uno “scudo contro l’importazione selvaggia e snza dazi?

“Senza dubbio e mi auguro possa essere ripristinata. Abbiamo fatto di tutto, coinvolto i paesi risicoli partner, spostato la battaglia sul piano dei diritti civili non rispettati nei paesi concorrenti, Cambogia e Myanmar. Con gli europarlamentari che si sono battuti con noi. Alla fine abbiamo portato a casa un risultato insperato, che molti davano per perduto. Ma ci abbiamo creduto sino in fondo e ci siamo riusciti. Un’altra battaglia riguarda la Pac con il riconoscimento dell’aiuto accoppiato per il riso”.

Fiore all’occhiello dell’Ente è il centro ricerche di Castello d’Agogna. Che cosa è cambiato durante la sua presidenza?

“Abbiamo dato ulteriore impulso all’attività, dalla genetica allo studio sui metalli pesanti, aprendo il più possibile alle collaborazioni con le università e istituti di ricerca. Fra gli altri progetti l’iniziativa European Rice con Francia e Portogallo; lo studio sul basso indice glicemico contenuto nel riso. Al tempo stesso ho cercato di spalancare le porte al pubblico, per avvicinarlo al mondo della risicoltura.  La realizzazione della sala didattica permette di accogliere visitatori e soprattutto scolaresche per momenti di aggiornamento e formazione”.

Conclusa qcarra paolouesta missione, quale sarà il futuro di Paolo Carrà

“Innanzitutto un augurio a chi mi subentrerà. Natalia Bobba è una persona capace e preparata, che ha già dimostrato grande passione con Donne&Riso. In questo momento mi trovo in campagna, mi sto dedicando alla lavorazione minima dei terreni in vista della prossima annata. Sono soddisfatto di ciò che ho potuto fare, ho accumulato esperienza, mi auguro non vada dispersa e possa essere messa al servizio di chi lo riterrà più opportuno”.

 

 

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