Le api sono le sentinelle dell’ambiente e anche le prime vittime. I cambiamenti climatici minacciano la produzione: si profila un crollo dell’80% di miele rispetto al 2022. Negli ultimi anni c’è stata una progressiva riduzione, fino al dimezzamento e ora quasi all’annullamento. Hanno inciso il freddo anomalo, la lunga siccità, che ha rovinato i fiori e impedito alle api di volare. Colpiti un milione e mezzo di alveari italiani, curati da circa 73mila apicoltori. Più della stagione 2023 preoccupa la tendenza: nell’ultimo decennio la produzione made in Italy si è ridotta del 23%. Il Piemonte è al primo posto fra le regioni italiane con circa 200 mila alveari e 5.600 apicoltori (11 pe cento del totale nazionale). La Regione è intervenuta con sostegni finanziari per supportare le aziende danneggiate, promuovere il prodotto e migliorare il settore anche attraverso corsi di formazione. Ma non è soltanto il clima a insidiare l’apicoltura di casa nostra e del resto d’Europa, sul mercato interno italiano ed europeo sta arrivando una valanga di miele straniero, soprattutto dall’Est e dalla Cina. E secondo quanto rilevato dalla Commissione europea il 46 per cento dei campioni importati (quasi uno su due) è sospettato di contraffazione.
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