“Come volete governare un Paese ove esistono 246 varietà di formaggio?”. Così esclamò un giorno Charles De Gaulle per sottolineare la difficoltà di essere alla guida della Francia. E al tempo stesso rivendicare che il paese transalpino, la “Grande France”, è anche capitale della produzione casearia. Insomma, difficile anche solo immaginare di fare breccia nelle mura delle Alpi per conquistarsi un posto d’onore con un formaggio made in Italy. Men che meno pensare che il nostro Gorgonzola Dop possa competere con il “sovrano” Roquefort. Al contrario, ci è riuscito il gorgonzola made in Latteria Sociale di Cameri, il caseificio artigianale alle porte di Novara che in questi ultimi anni si è imposto sul mercato interno e punta anche all’estero. La “via francese” non
è stata sollecitata da Fiorenzo Rossino, presidente di questa cooperativa e neppure dal direttore Gianpiero Mellone. E’ arrivata quasi per caso, su richiesta dei francesi che, dopo aver scoperto il gorgonzola italiano, hanno bussato alla porta dei caseificio di Cameri chiedendo di aprire un canale privilegiato e diretto. “Ora facciamo parte della linea banco fresco – dice con orgoglio il direttore – e siamo posizionati in primo piano sugli scaffali della catena Grand Frais, da Parigi al Sud della Francia”.
Non è poca cosa, ma del resto il gorgonzola uscito dalle “celle” di Cameri lo scorso anno ha conquistato l’alloro di primo al mondo nella categoria degli erborinati, come ricorda il presidente. Riconoscimento che conferma il lavoro artigianale della Latteria, rimasto immutato nel tempo (oltre un secolo di attività). Sugli scaffali francesi, in mezzo alla selezione di formaggi, il prodotto italiano viene proposto come “Gorgonzola Dop cullière” (gorgonzola Dop al cucchiaio), “un gout de bleu subtil e delicat” (un gusto di blu sottile e delicato). E così Macron dovrebbe aggiornare l’interrogativo che De Gaulle si poneva: “Come posso governare un paese ove esistono 246 varietà più una di formaggio?”
Da Cameri a Parigi il gorgonzola che sfida De Gaulle e Macron
di Gianfranco Quaglia
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