<Un importante passo in avanti per l’attuazione dell’economia circolare a livello europeo>: così commenta il voto del Consiglio d’Europa Marco Versari, presidente di Assobioplastiche, l’associazione che rappresenta produttori e trasformatori di bioplastiche compostabili, nonché direttore Marketing strategico di Novamont. Il testo della direttiva emersa dalla trattativa tra Consiglio, Commissione e Parlamento Europeo persegue obiettivi chiari e condivisibili: la riduzione degli shopper monouso, il riconoscimento di modelli come quello italiano basati su divieti di commercializzazione (marketing restrictions), l’adozione di un’etichettatura unitaria per i prodotti compostabili, la validità degli standard europei che permettono lo sviluppo di un’industria delle bioplastiche compostabili.
Si tratta di tasselli che contribuiscono in modo determinante allo sviluppo di un industria che può offrire una rilevante opportunità di rilancio di un comparto industriale come quello della chimica tradizionale in grande difficoltà in tutti i paesi europei”, prosegue Versari. La direttiva in attuazione del principio di prevenzione in materia di rifiuti pone l’obiettivo di ridurre la quantità di shopper monouso in circolazione (“lightweight plastic carrier bags”). Il parlamento europeo, guidato dalla relatrice Margaret Auken, si era già espresso in proposito nello stesso senso lo scorso aprile. Ciascun cittadino europeo consuma in media 200 sacchetti di plastica per anno, ma ora l’Ue, tra le varie misure, ha previsto un chiaro tetto massimo: ridurre il consumo a 90 sacchetti a testa entro il 2019 e a 40 sacchetti a testa entro il 2025. Gli stati membri per conseguire gli obiettivi di riduzione potranno utilizzare divieti di commercializzazione, tasse o altri strumenti economici (pricing) come già previsto dalla legislazione italiana che ha quindi rappresentato un modello pilota e apripista per quella europea. Pienamente confermata la validità dello standard EN 13432:2000 per i prodotti biodegradabili e compostabili di cui è stato riconosciuto il minor impatto ambientale grazie alle loro proprietà di recupero organico. Tali sacchi dovranno essere opportunamente etichettati in modo che siano chiaramente riconoscibili dai consumatori. La commissione dovrà anche produrre uno specifico standard per il compostaggio domestico.
Entro due anni dall’entrata in vigore della Direttiva, la commissione dovrà produrre al parlamento e al Consiglio una relazione sui sacchetti per monitorarne l’impatto ambientale (microparticelle di plastica) ed eventualmente proporre ulteriori misure a tutela dell’ambiente. Dopo il voto a Strasburgo, dove la commissione ENVI ha approvato definitivamente il testo con 60 voti favorevoli, 3 astenuti e 0 contrari, la firma finale del provvedimento è prevista per il 17 dicembre
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