Nessuna associazione per delinquere. Si chiude il caso Est Sesia di Novara, il principale Consorzio irriguo italiano, al centro di una vicenda giudiziaria che durava da anni. La Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino ha rinunciato all’appello, dopo che è intervenuta la prescrizione dei reati. Pertanto è stata confermata la sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Novara nel 2009, con la quale i vertici dell’associazione erano già stati assolti.
Il processo si era iniziato nel 2017. I vertici del Consorzio erano accusati di aver “gonfiato” le richieste di rimborso ai danni di vari enti dai quali avevano ottenuto appalti come la Regione Piemonte e Cav To-Mi. Un giro di denaro che secondo i magistrati sarebbe arrivato ad assommare 26 milioni di euro. Inizialmente erano state 27 le richieste di rinvio a giudizio per 41 capi d’imputazione.
Associazione Irrigazione Est Sesia ha emesso un comunicato ufficiale precisando che “la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino ha rinunciato all’appello, proposto dalla medesima contro Est Sesia, per la riforma della sentenza del Tribunale di Novara n. 1392 del 30 ottobre 2019, che già aveva escluso “perché il fatto non sussiste” ogni responsabilità amministrativa dell’Ente dall’incolpazione formulata ai sensi dell’art. 24 ter D. Lgs. n. 231/2001 e in relazione all’addebito di “associazione per delinquere” (art. 416 c.p.), contestato a quattro propri soggetti apicali, essi pure pienamente assolti dal Tribunale di Novara con la stessa completa formula assolutoria. La ragione di questa rinuncia – come detto in udienza dalla pubblica accusa che ha scritto l’appello e lì lo sosteneva – è l’inesistenza di elementi per la riforma della sentenza di primo grado. Per questo, l’assoluzione disposta nel 2019 dal Tribunale di Novara è divenuta definitiva, sicché l’Associazione Irrigazione Est Sesia è del tutto liberata da ogni responsabilità e/o addebito per i fatti oggetto del processo, essendosi completamente escluso il dubbio che la propria attività possa essere considerata una “associazione per delinquere”, stante la contestuale assoluzione dei propri quattro ex soggetti apicali (dott. ing. Bruno Bolognino Direttore Generale, dott.ssa Luisa Lazzarini Dirigente del Settore Amministrativo, dott. ing. Giorgio Massara Dirigente del Settore Tecnico-costruttivo e dott. ing. Francesca Bozzola Capo Ufficio Centrale Progetti e Lavori) dalla medesima accusa e con la stessa formula “perché il fatto non sussiste”.
“Est Sesia – prosegue la nota – che sin dal primo giorno delle indagini aveva riposto massima fiducia nell’operato dell’autorità giudiziaria ponendosi a disposizione della medesima – non può che trarre soddisfazione da tale esito, specie perché scaturito dalla completa riponderazione (dopo due anni dalla proposizione dell’appello) delle circostanze da parte della medesima Procura Generale, che ha oggi ritenuto corretta l’assoluzione a suo tempo disposta dal Tribunale di Novara, di fatto costituendo, per modo di dire, una doppia sentenza assolutoria. Questo positivo esito della vicenda, che ha travagliato l’operatività dell’Ente nell’ultimo periodo, deve costituire, nell’anno in cui ricorre il centenario della sua fondazione, uno stimolo di coesione e di rilancio dell’attività, nell’interesse primario dei consorziati e della importantissima funzione svolta a favore del territorio”.
L’Est Sesia ora vuole voltare pagina, anche se il caso non è completamente chiuso. Infatti lo stesso ente ha ancora aperto un contenzioso con gli ex dirigenti al centro dell’inchiesta, ai quali ha chiesto un risarcimento danni complessivo di 5 milioni di euro. Atto dovuto e sollecitato anche dal ministero per lo sviluppo economico che aveva interrotto il flusso di finanziamenti destinati alla realizzazione di opere irrigue, in attesa della conclusione delle indagini e del procedimento giudiziario. Dopo dieci anni il blocco ora viene tolto e l’attività dovrebbe riprendere il suo corso. Intanto il 28 gennaio è porevista una riunione del Consiglio d’amministrazione, dal quale dovrebbero uscire indicazioni per la presidenza del Cinsorzio Irriguo (il più grande d’Italia) sin qui affidata a Giuseppe Caresana.
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