Adesso lo chiamano “riso golpista” , come lo ha definito Coldiretti che chiede all’Unione Europea di sospendere le agevolazioni tariffarie. E’ il riso che arriva dalla Birmania (Myanmar) dove nei giorni scorsi è avvenuto il colpo di stato delle forze armate che hanno arrestato il premio Nobel Aung San Suu Kyi, guida politica del paese asiatico, ma sotto accusa lei stessa per genocidio della minoranza Rohingya. A questo popolo, ridotto praticamente in schiavitù, erano state confiscate le terre coltivate a risaia, sottratti i loro beni. La palese violazione dei diritti umani era stato un elemento dirimente nella richiesta ottenuta dalla filiera risicola europea di bloccare le importazioni di riso tipo Indica applicando la clausola di salvaguardia che ha bloccato di fatto l’esenzione del dazio. Ma non per il riso tipo Japonica, il medesimo coltivato anche in Italia. Nei confronti di questo cereale le agevolazioni tariffarie sono state mantenute e hanno prodotto un balzo di +80,5% di import nei primi dieci mesi del 2020. “Alla luce del colpo di stato – commenta Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella con delega al settore risicolo – è necessario attivare al più presto la sospensione totale del regime agevolato concesso dall’UE. L’aumento delle importazioni dalla Birmania è destinato inevitabilmente a sostenere i golpisti in divisa al centro dell’accusa di violazione dei diritti umani e genocidio internazionale per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya”.
Proprio Coldiretti Piemonte avevaprodotto con il regista Sefano Rogliatti il docufilm “Rice o love” sulle drammatiche condiozioni di quelle popolazioni.
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