Il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, area nella quale si coltiva e produce il primo e unico riso Dop d’Europa, ha compiuto 70 anni dalla sua costituzione. Per celebrare questo evento è stata pubblicata una raccolta fotografica, di taglio divulgativo, che racconta le tappe fondamentali dello sviluppo agricolo e socioeconomico della Baraggia. Il presidente Dino Assietti: “Ci è sembrato doveroso celebrare questa ricorrenza. Purtroppo, l’emergenza Covid19 ci ha impedito di realizzare eventi aperti al pubblico. Così si è pensato ad un libro che potesse arrivare alle persone in tutta sicurezza. All’interno si trova un QR code che rimanda al video istituzionale del Consorzio, anche questo basato sulla storia e sulle opere in Baraggia”.
Nel 1929 la Baraggia fu classificata come comprensorio soggetto a trasformazione fondiaria, in quanto considerata una delle 8 aree più depresse d’Italia e la più depressa in Piemonte. Il suo territorio fu delimitato con il Decreto n.1458 del 2 maggio 1931 a firma di Arrigo Serpieri, lo stesso Serpieri che prestò il proprio nome all’omonima Legge n. 215 del 13 febbraio 1933 sulle bonifiche integrali, ancora vigente oggi e conosciuta appunto come Legge Serpieri. La sua superficie si estende su circa 44.000 ettari di territorio piemontese, che partono dalla periferia nord di Vercelli e salgono fino alle Alpi Biellesi, ai piedi del Monte Rosa, mentre a Est è delimitato dal fiume Sesia a Ovest dal torrente Elvo. Di questo comprensorio fanno parte 36 comuni, 18 nella provincia di Vercelli e 18 nella provincia di Biella. Dopo quasi un ventennio, il 9 dicembre 1950, venne costituito il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese con il decreto n. 3862 a firma dell’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, un segno di svolta nella storia della Baraggia e del suo sviluppo agricolo, sociale ed economico.
Le fotografie che compongono il libro testimoniano la presenza delle opere infrastrutturali realizzate dal Consorzio nei 70 anni di attività. Dai primi interventi destinati alla costruzione delle strade di collegamento tra comuni, all’elettrificazione dei centri rurali fino alla realizzazione dell’acquedotto, si giunge alle più imponenti opere idrauliche e irrigue. Come spiega il presidente Dino Assietti “Lo sviluppo dell’agricoltura in Baraggia si deve non solo allo spianamento dei terreni, duri e asfittici, e alla meccanizzazione agricola, ma soprattutto alla disponibilità di acqua ad uso irriguo, derivante dal fitto e ingegneristico sistema che collega invasi, rogge e canali ai campi agricoli. I tre invasi dell’Ostola a Masserano, della Ravasanella a Roasio e dell’Ingagna a Mongrando, sono l’esempio più significativo del complesso sistema di opere idrauliche che permette il funzionamento del ciclo dell’acqua nella Baraggia Biellese e Vercellese. Un sistema che ha trovato il suo riconoscimento a livello internazionale e nel settore agroalimentare con la prima DOP del riso italiana, il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”.
La maestosità della Baraggia agricola lascia spazio anche alle riserve naturali, dove si conserva autentica l’ultima savana d’Italia, mentre una testimonianza preziosa del ricco e sfaccettato panorama storico e artistico della Baraggia si trova nei borghi e nei castelli, come il Ricetto di Candelo e il Castello Consortile di Buronzo. Questi e altri sono descritti in un capitolo dedicato.
Edito dalla casa editrice vercellese Effedì Edizioni, il libro è corredato da fotografie e documenti storici, provenienti dall’archivio del Consorzio, e scatti prodotti dal fotografo Donatello Lorenzo, specializzato nella fotografia di risaia. Il libro è corredato dagli interventi del professor Gabriele Ardizio, curatore del Castello Consortile di Buronzo, e da Luca Mercalli, meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico e accademico italiano di fama nazionale. I testi sono a cura di Valentina Masotti, già autrice di pubblicazioni legate al settore risicolo e agroalimentare.
Nelle foto: Dino Assietti, presidente del Consorzio che ha compiuto 70 anni e la copertina del libro celebrativo
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