Coldiretti interviene contro la decisione delle autorità cinesi di bloccare le esportazioni di care suina italiana. “Un blocco grave, con il pretesto dei rischi per il contagio da Covid a pochi giorni dalla firma dell’accordo sugli investimenti tra Cina e Unione Europea giustificato dall’obiettivo di favorire un maggiore accesso al mercato secondo lo stesso presidente cinese Xi Jinping”. Così commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa. Le autorità cinesi il 3 gennaio avevano fatto rilievi in dogana su due container di carne congelata e cartonata perché ritenuta rischiosa per la diffusione del Covid. Dopodiché la Cina minaccia di impedire di esportare la carne di suino italiana e di distruggere tutta la merce congelata arrivata in container presso nel porto di Yantian e ora bloccata presso la dogana interna di Dong Guan. I container sono stati venduti a Cofco, la più importante società cinese di importazione di carne a partecipazione statale (6 miliardi di fatturato).
“Si tratta di una accusa paradossale e palesemente infondata che viene da un Paese sul quale pesa peraltro l’ombra dell’omertà sulla pandemia e che, però, rischia di colpire il comparto suinicolo piemontese – continuano Moncalvo e Rivarossa -. La filiera suinicola piemontese conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale. Un grave danno per il nostro agroalimentare che ha investito sulle prospettive di crescita delle esportazioni sul mercato asiatico. Per questo è urgente che intervengano le autorità nazionali e comunitarie per fermare una pretestuosa guerra commerciale dagli esiti preoccupanti”.
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