Digitale e diffuso. Sono queste le nuove parole d’ordine del mondo rurale. Con la pandemia, il lockdown, la conferma dell’agroalimentare presidio indispensabile per milioni di consumatori, sarebbe stato bello e utile tornare agli antichi riti: incontri, sagre, fiere, scambi commerciali diretti. Insomma, alla socialità. Niente di tutto ciò perché il distanziamento e la prudenza consigliano il contrario. E allora entrano in campo la virtualità e l’esperienza digitale che nei mesi del confinamento hanno giocato un ruolo importante. Qualche esempio: la fiera del peperone di Carmagnola, nel Torinese, declinata in formula mista (in presenza e a distanza), con l’intervento di esponenti dell’informazione, dello spettacolo e dell’industria agroalimentare. Dal Piemonte alla Romagna, dove dall’8 al 10 settembre si svolge Macfrut Digital, la tre giorni digitale specializzata nell’ortofrutta, con 530 moduli espositivi, 400 espositori (40% stranieri), 600 buyer (550 esteri). Una fiera virtuale nella quale produttori e compratori dialogheranno. Un esperimento unico, perché nella grande fiera potranno entrare anche i visitatori che potranno ammirare gli stand virtuali, dialogare a loro volta, chiedere informazioni.
Dal 17 al 31 ottobre si parlerà di vino con “Taste Alto Piemonte”. Un tour virtuale nella terra dei nebbioli (Novara, Vercelli, Biella, Verbano Cusio Ossola), organizzato dal Consorzio di tutela. Nelle due settimane si svolgeranno webinar dedicati alle denominazioni d’origine Boca, Gattinara, Colline Novaresi, Valli Ossolane, Coste della Sesia, Fara, Ghemme, Sizzano, Lessona, Bramaterra. Un viaggio durante il quale saranno presentati video dei produttori che racconteranno i loro vini e le storie delle loro aziende.
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