di Gianfranco Quaglia
La stagione della risaia 2020 è dietro l’angolo. I risicoltori, anch’essi in trincea per il Coronavirus, sono pronti. Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi: “A fine mese l’acqua dovrebbe essere a regime nei canali irrigui. Temiamo soltanto il ritardo nell’approvvigionamento dei fertilizzanti e dei diserbanti. L’andamento del trasporto merci procede al rallentatore, se non ci saranno intoppi dovuti a queste difficoltà la tempistica delle semine dovrebbe essere rispettata”.
Anche la riserva idrica dovrebbe essere garantita, almeno all’inizio della stagione, considerando che una parte della risaia ormai si affida alle semine in asciutta. I problemi potrebbero presentarsi – come accaduto lo scorso anno – a stagione inoltrata, a giugno, quando sarà necessario concentrare le bagnature in concomitazna con quelle di altre colture, come il mais.
Intanto, dal sondaggio sulle intenzioni di semina condotto da Ente Nazionale Risi, emergono le prime indicazioni sulla “Risaia d’Italia” 2020: la superficie dovrebbe salire a 225.600 ettari (+ 5.573 e +2,53% rispetto al 2019). Nel dettaglio: le varietà appartenenti al gruppo merceologico medio e lungo A (+2,28%); levarietà luingo B tipo Indica (-20%). Come dire: un incremento del riso tipo japonica, da mercato intrerno e da risotti, una netta diminuzionedei risi finalizzati a contorni e insalate, da esportazione.
Il ritorno del “mare a quadretti”, come si vede in questa “photogallery”, rappresenta anche come riconquista della normalità e dell’ottimismo. Agromagazine la propone come simbolo di un’agricoltura che vuole rispettare i tempi e uscire dal lungo periodo di “lockdown”, l’isolamento imposto dal Covid-19. Nella sequenza fotografica la risaia nei suoi passaggi stagionali: dall’inverno sino alla maturazione autunnale. I cicli stagionali che rappresentano lo scorrere del tempo.
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