Centomila mascherine la settimana. Questo il “miracolo” che la Coccato&Mezzetti di Galliate (Novara), gestita dalla famiglia Coccato, è riuscita a compiere ripristinando la produzione. La realizzazione di questi presidi medici biodegradabili, accoppiati con Mater-Bi® di Novamont, appartengono alla linea Promovita®, che era stata notevolmente ridimensionata dopo il 2005 per effetto della massiccia importazione dall’Asia e l’impossibilità di far fronte alla competitività dei prezzi. L’ad Fabiano Vittorio Coccato: «Realizzare un prodotto certificato come le nostre mascherine comporta un notevole impegno economico e di risorse in termini di certificazioni, autorizzazioni che vanno rinnovate con elevatissimi standard produttivi che in Italia devono essere rispettati. Nella fattispecie i nostri sono Dispositivi Medici (DM), omologati secondo i criteri richiesti dal Ministero della Salute, che seguono un iter di autorizzazioni e certificazioni diverso rispetto ai Dispositivi di Protezione Individuale disposti dal Ministero del lavoro (FFP2 ed FFP3). Gli uni non escludono gli altri, naturalmente, sono tutti manufatti a protezione individuale: le nostre mascherine sono catalogate come presidi di protezione dal rischio biologico e chimico e testate contro il virus batteriofago Phi-X 174 (24 nanometri), rispondendo ai requisiti ammessi dal Ministero della Salute, e certificati secondo le norme En 14126 Uni En 14605 (Numero di Repertorio dei Dispositivi Medici 344193/R. Classificazione CND T0399. Classe I)”. In queste settimane Coccato&Mezzetti si è fatta capofila della produzione di mascherine grazie a una cordata di imprenditori che si sono organizzati per soddisfare le richieste nazionali, oramai dell’ordine di alcuni milioni di pezzi. Le commesse ad oggi sono contingentate e destinate con la massima priorità alla Pubblica Amministrazione così come alla Sanità pubblica e privata (Protezione civile, Ospedali, Vigili, Croce Rossa, farmacie ecc.). «Il nostro rammarico è non riuscire a evadere gli ordini da parte delle aziende – continua Coccato –. Ogni giorno riceviamo centinaia di telefonate da parte ditte private, e siamo stati costretti a congelare temporaneamente le richieste per rispettare gli impegni assunti con le istituzioni pubbliche e governative che devono garantire la sicurezza e la sanità pubblica. Il blocco delle merci alla frontiera, per fare un esempio pratico dell’incomprensibile atteggiamento dell’Europa, non ci ha permesso di ricevere centinaia di migliaia di mascherine che avevamo fatto confezionare in Polonia con il nostro semilavorato, che sicuramente ci avrebbero consentito di assecondare almeno in parte le richieste non evase. Fortunatamente, oggi, con la produzione messa a regime grazie alla collaborazione dei nostri dipendenti (con 15 addetti su due turni e mezzo), potremo rispondere anche alle richieste delle aziende private che si trovano in uno stato di estrema difficoltà”. Il vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Piemonte, Domenico Rossi, si è attivato per creare un collegamento tra l’azienda galliatese e l’Unità di crisi di Regione Piemonte. “Mi auguro – ha dichiarato – che ci siano le condizioni per il rifornimento di mascherine anche sul nostro territorio regionale. Dobbiamo mettere tutti nella condizione di lavorare in sicurezza: gli operatori sanitari degli ospedali, i medici di medicina generale, chi lavora negli ambulatori, i farmacisti, gli infermieri. Senza di loro non saremmo in grado di fronteggiare la grande emergenza che stiamo vivendo”
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