L’Italia e gli altri paesi partner coltivatori di riso si mobilitano per difendere il cereale europeo dall’import e dalle concessioni daziarie.
“Prestare massima attenzione al tema” e, soprattutto, “prevedere una clausola che stabilisca l’automatico inserimento del riso” nella lista dei prodotti (tra cui tessili, scarpe, zucchero, ecc.) cambogiani da escludere dai benefici per l’esportazione (dazi zero) nell’ambito del regolamento europeo denominato EBA. (Everything but arms). Nessun lasciapassare e nessuna agevolazione per il riso cambogiano, causa le accertate violazione di diritti umani, civili, del lavoro. “Scelta da cui dipende il futuro della risicoltura europea e italiana in particolare”.
E’, in estrema sintesi, il contenuto della lettera inviata al Commissario europeo al commercio Phil Hogan dalla ministra alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova.
Dopo averla già confermata nel corso dell’incontro a Bruxelles con gli europarlamentari italiani a latere dell’ultimo Agrifish, Bellanova ha voluto ribadire ancora una volta la posizione italiana al Commissario Hogan, sollecitando una precisa presa di posizione dell’Europa in tal senso.
“Come sai”, scrive Bellanova a Hogan, “nei prossimi giorni verrà sottoposto all’attenzione del Collegio dei Commissari la proposta di atto delegato con il quale la Commissione intende avviare la procedura di ritiro temporaneo delle preferenze tariffarie accordate alla Cambogia nell’ambito del regime EBA”. Misura “seppur pesante” opportuna, stigmatizza Bellanova, “in un regime conclamato di continue e ripetute violazioni dei diritti umani, civili, e del lavoro, da parte delle Autorità cambogiane nei confronti di bambini, cittadini e lavoratori”.
Tuttavia, prosegue la lettera, “nella lista dei prodotti cui la Commissione propone l’applicazione di preferenze tariffarie non compare il riso”. Eppure, “il settore risicolo europeo, benché al momento goda della clausola di salvaguardia – dalla durata molto limitata – continua ad essere caratterizzato da un grave squilibrio di mercato, dovuto anche ai progressivi aumenti di importazioni di riso greggio e lavorato dai Paesi Eba”.
Ecco dunque il motivo per cui Bellanova sollecita “massima attenzione” e “la necessità di prevedere nel progetto di atto delegato una clausola che stabilisca l’automatico inserimento del riso, al termine della durata temporale della salvaguardia, nella lista di esclusione dalle preferenze tariffarie. Scelta da cui dipende il futuro della risicoltura europea e italiana in particolare”.
Intanto, il 14 e 15 febbraio, ad Arles (in Camargue) in programma gli Stati Generali del riso europeo, con Bertrand Mazel, presidente dei risicoltori d’Europa, i rappresentanti di tutti i Paesi oroduttori (dal Portogallo alla Riomania), e naturalmente l’Italia con il presidente Ente Nazonale Risi, Paolo Carrà, e Giuseppe CFerraris, presidente del gruppo riso Copa-Cogeca a Bruxelles. Sul tavolo, oltre al tema importazione-dazi, anche la futura Pac. Un confronto a tutto campo.
Nella foto da Efa News: la ministra Teresa Bellanova durante un recente confronto a Bruxelles con Phil Hogan
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