Che cosa c’entrano i ravioli con il Benin, il Paese dell’Africa occidentale, il luogo in cui nacque la religione del “voodoo”? A Tanquietà, dove è stato realizzato un ospedale, quando si dice pasta subito si pensa a Fabio Fontaneto, il “re dei ravioli” per eccellenza, con stabilimento di produzione nel paese omonimo, appunto Fontaneto d’Agogna. Fabio, che è anche presidente di Appafre (Associazione produttori pasta fresca e gnocchi della piccola e media impresa e dell’artigianato, anche membro della presidenza nazionale di Cna agroalimentare, non si limita alla produzione gastronomica. Non si ferma mai e corre, un maratoneta nel vero senso sella parola: sette le gare che ha affrontato (2 volte New York, poi Roma, Londra, Berlino, Chicago, Lago Maggiore), con tempi sotto le tre ore per 42 chilometri, come nella recente edizione della maratona nella Grande Mela. Allenamenti cinque volte la settimana, rinunciando alla pausa pranzo e in estate, per evitare il caldo, è già in pista alle 4 del mattino prima di entrare nello stabilimento dove a volte rimane sino a sera inoltrata.
Basterebbe così, ce ne sarebbe d’avanzo, No, Fabio è in prima linea sul fronte della solidarietà. Ed eccolo in Benin , a Tanquietà, nel Nord di uno dei paesi più poveri dell’Africa, con l’amico dottor Marco Brunoro, un medico chirurgo pediatrico dello stesso paese, che dal 2018 una volta l’anno “si mangia” le ferie andando laggiù per aiutare volontariamente i bambini, curarli, trasmettere agli altri operatori sanitari la sua conoscenza professionale. Il primo passo è stato compiuto con la consegna di un’apparecchiatura sanitaria acquistata in gran parte grazie al ricavato della solidarietà Fontaneto ArteSapori, voluta dal pastificio Fontaneto. Poi, sempre insieme al dottor Brunero, Fabio è andato nel Benin consegnando alla panetteria dell’ospedale alcune macchine per produrre la pasta e un essiccatoio. Laggiù ha insegnato ai panettieri i processi della produzione, dall’impasto all’essiccazione. Sono state provate anche ricette diverse, con l’impiego di miscele che oltre alle semole prevedono l’uso di farine locali come la manioca.
“Esperienza unica – racconta – abbiamo fatto conoscere la pasta in un luogo in cui in cui è ancora poco nota. Siamo rientrati con la meravigliosa sensazione di aver fatto un lavoro utile, in un mondo che ha molto bisogno di sostegno”.
Uno sguardo ai mondi lontani, il senso della solidarietà, ma anche un’attenzione alle radici del territorio. Il pastificio Fontaneto prosegue nella sua azione di valorizzare i prodotti locali, con le proposte di Natale: dal tortellone blu di capra e cipolle caramellate al raviolaccio spada e finocchietto; dal cappelletto al cappone all’agnolotto patate e nocciola Piemonte Igp, oppure il quadrone patate e cotechino.
Nella foto: Fabio Fontaneto all’ospedale di Tanquietà (Benin) con la macchina per la produzione della pasta.
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