Il medico delle piante

di Gianfranco Quaglia

Angelo Garibaldi, professore emerito di patologia vegetale, all’età di 81 anni non cerca la ribalta del successo che pure gli spetterebbe. Ha conservato la stessa passione che lo spinse, ancora ragazzino, a lasciare la riviera ligure per andare a Torino e frequentare la facoltà di Agraria dove sarebbe diventato un’autentica autorità del settore: parlano per lui le oltre 400 malattie scoperte e combattute a difesa delle piante. Forse la passione gli venne quando vide il padre disperarsi nell’azienda floricola in provincia di Imperia, lungo la salita della Cipressa, diventata famosa per la classica Milano-Sanremo. I garofani furono infestati dalla fialoforosi e marcivano tutti. Angelo aveva soltanto 11 anni e promise a sé stesso che avrebbe fatto sì il medico, come desiderava il padre, ma “il dottore delle piante”.

Professore emerito, accademico, è ancora assiduo frequentatore della scuola di Agraria a Grugliasco, in provincia di Torino, un riferimento per studenti e anche per gli altri docenti. La sua è una storia sfociata in un libro scritto da Maria Lodovica Gullino, direttore del Centro Agrinnova di cui Garibaldi è presidente. E ha ispirato una rappresentazione teatrale, “Il Dottor Fiori”, che ripercorre appunto la vita di Angelo Garibaldi, dai fiori del Ponente ligure agli studi sotto la Mole di Torino, dove sarebbe diventato un “cacciatore di spore” noto in tutto il mondo. Ma non ha dimenticato la sua Liguria: chiamano lui quando qualche coltivazione rischia di essere cancellata dagli attacchi dei patogeni. Come quella volta, circa 15 anni fa, che curò il basilico malato e praticamente salvò il pesto genovese. Oggi è ancora sulla breccia, in laboratorio e in campo, per contrastare i nuovi nemici delle piante: i parassiti che vengono da lontano, i cosiddetti insetti “alieni”, veri e propri clandestini che si lasciano trasportare dai mezzi comunicazione da un continente all’altro.  

 

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