NeonaturaleHub, dove la pianura torna all’anno Mille (photogallery)

NeonaturaleHub, dove la pianura torna all’anno Mille (photogallery)

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Un laboratorio unico a cielo aperto

Gianfranco Quaglia

realizzato negli ultimi vent’anni, con i campi coltivati a riso secondo il concetto di agricoltura sostenibile, che guarda al futuro attraverso il recupero di antiche pratiche. In questo angolo di pianura ricreata non è difficile incrociare il martin pescatore, il tarabuso e persino l’airone rosso, rarissimo. Ma anche le sterne, sugli isolotti in mezzo ai laghetti ricavati per attrarre l’avifauna: per favorire la nidificazione sono state realizzate piccole isole, installate con tettucci di tegole. E non è difficile incrociare sagome bianche, quelle dei cavalli importati dalla Camargue, che sbucano tra il fogliame fitto di un immenso bosco creato con la piantumazione di un milione e 800 mila alberi (soprattutto pioppi bruni e ontani).

Ma dove si trova questo regno che secondo i suoi “creatori” ci riporta dritti all’anno Mille, quando la Pianura Padana compresa tra valle del Ticino e l’Adda aveva questi profili? A 18 chilometri esatti da Piazza del Duomo di Milano, nel Comune di Giussago, provincia di Pavia: un’area di 1700 ettari di terreno, dove è sorto l’Innovation center Giulio Natta, generato dalla fondazione dedicata al Premio Nobel italiano. Il progetto di rinaturalizzazione si chiama “NeonaturaleHub”. L’ad Piero Manzoni, si è messo alle spalle una carriera di manager in importanti multinazionali e si è immerso in questa avventura: “Per oltre vent’anni abbiamo studiato i comportamenti della natura e la sua capacità di rigenerarsi, trasferendo tali ricerche in innovazione tecnologica per velocizzare i processi naturali, rendere meno invasive le attività umane e consentire uno sviluppo ancora più dinamico della sostenibilità dell’intera filiera agroalimentare. Oggi uniamo le nostre competenze verticali sull’economia circolare e sulla sostenibilità dell’agrifood a quelle di ComoNExT sull’innovazione diffusa e del territorio”.

ComoNExt, digital innovation hub sorto a Lomazzo (CO), è un centro nato per favorire lo sviluppo competitivo e promuovere la cultura dell’innovazione: ospita oltre 130 realtà tra aziende e start up che operano in diversi settori. Stefano Soliano, direttore generale: “Siamo orgogliosi di stringere un’alleanza con NeoruraleHub, pronto a sviluppare soluzioni sostenibili per l’ambiente e la produzione agricola. I settori sui quali sarà focalizzata la nostra partnership, l’agrifood e l’economia circolare, stanno registrando una vivacità sorprendente”.

Piero Manzoni: “Inseguiamo un sogno: un mondo di smart city circondate da smart land per una maggiore sostenibilità. Con questo ritorno all’anno Mille cerchiamo di certificare una biodiversità funzionale alla produzione agricola sostenibile attraverso gli ecosistemi2.

La risaia, dove sono state raccolte varietà come Carnaroli, Volano, Arborio, Aurora, l’antico Rosa Marchetti, sta lentamente andando incontro al letargo invernale. Ma non sarà un riposo assoluto: l’acqua sta sommergendo le stoppie e diventa un’oasi attrattiva per uccelli di passo e non solo. E’ il concetto del “greening ambientale”, promosso e incentivato anche dalla Comunità Europea. Ma è anche la logica della cosiddetta permacultura, l’insieme di pratiche mirate per gestire paesaggi antropizzati che al tempo stesso preservano la stabilità degli ecosistemi: in questo senso va interpretata l’attenzione, quasi maniacale, per la creazione di un rapporto uomo-paesaggio-fauna. Se la risaia allagata inverno attrae uccelli non è soltanto per favorire lo sviluppo dell’avifauna, ma è anche per uno scopo mirato: anatre, aironi e altri esemplari si nutrono di insetti nocivi alla risaia e quindi contribuiscono a un minor ricorso di antiparassitari. Se una tromba d’aria sradica migliaia di alberi della folta boscaglia, come è accaduto qualche mese fa, allora alcuni fusti vengono raccolti e utilizzati. Altri, invece, lasciati distesi a macerare e generare insetti e larve, che contribuiscono a formare humus. Insomma, nulla è lasciato al caso. Così come la riscoperta della “marcita”, il classico prato lombardo con l’acqua che scorre durante la stagione invernale, per mantenere una temperatura costante e favorire la crescita dell’erba finalizzato al foraggio per gli animali. Nulla di nuovo sotto il sole della pianura padana, direbbero gli agronomi attenti, perché quella pratica era già inventata dai monaci cistercensi nell’abbazia di Chiaravalle. Ma quel concetto era stato via via abbandonato. Qui è risorto.SAM_6544

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