di Franco Filipetto
Culla i cinghiali e riabilita i cani ciechi. Alessandra Motta è responsabile del rifugio «Miletta» di Agrate Conturbia, tre ettari di proprietà tutti dedicati agli animali. Liberamente convivono cani e gatti, maiali e cinghiali, pecore, mucche e anche una nutria. I volontari aiutano gli animali più sfortunati, maltrattati e con handicap: in tre anni, l’associazione è riuscita a farne adottare più di 100. E dal 16 gennaio il sito diventerà anche Cras, Centro recupero animali selvatici, grazie a una convenzione con la Provincia.
Come i nonni
Alessandra Motta è sempre stata a contatto con gli animali, una passione ereditata dai nonni materni. Il nonno Michele Addis, veterinario, ha eseguito il primo cesareo su un cavallo in Italia. La nonna, che da piccola chiamava «Miletta», ha dato il nome al rifugio. Vissuta a Milano fino ai 18, Alessandra ha abitato a «La Torbiera» di Agrate Conturbia per diversi anni con l’ex marito, proprietario del parco faunistico. Poi ha creato il rifugio in via Visconti: «Sono educatrice cinofila, ma conta sapere ascoltare gli animali: ci parlano con il loro corpo e ci capiscono. Alla “Miletta” non esiste la cattività. Accogliamo gli animali abbandonati e con vissuti drammatici: ci chiamano da tutta Italia. Conto su una decina di volontari, sul mio compagno Giorgio Muratore, su Alessandra Salsa che fa conoscere sempre di più il rifugio e sull’opera di Emiliano Amadeo». La scelta di vita di Alessandra è senza compromessi: «Il rifugio è antispecista: rifiutiamo l’idea della superiorità della specie umana sulle altre specie animali. Siamo vegani». Alessandra si dedica completamente a questa attività, ma non vive di questo: «Ogni donazione è destinata al mantenimento del rifugio».
Chiamate da tutta Italia
«Due anni fa ci chiamarono per un caso disperato da Taranto, un rottweiler in fin di vita di cui parlarono anche i media. Thelma ce l’ha fatta ed è stata adottata». Era stata trascinata con l’auto: una serie di interventi, anche di chirurgia plastica, le hanno salvato la vita. Un altro rottweiler trovato a Mazzara del Vallo è arrivato in condizioni disperate: Alma aveva piaghe ovunque: è adottabile a distanza. Le storie sono raccontate, con nome e dettagli, sul sito web e sulla pagina Facebook dell’associazione. C’è Luna, pastore tedesco, nata cieca e abbandonata, poi Billy lasciato in un canile dopo la morte della sua padrona e tanti altri. «Ognuno ha la propria personalità. Bisogna imparare ad ascoltare le loro esigenze. Susie, ad esempio, è un cinghiale di un anno e vuole addormentarsi mentre la cullo».
La riabilitazione per i cani aggressivi
«Vivere di naso toccando la vita» è il progetto dedicato ai cani ciechi: «Hanno una speciale ricchezza emotiva e sono straordinari comunicatori. Li reinseriamo in un contesto familiare e insegniamo anche a chi li adotta come sostenerli: quattro sono già stati adottati, qui ne abbiamo sei». Il progetto «Lapo» è per i cani con handicap: «Ora ne abbiamo due: evidenti i progressi». Il terzo progetto chiamato «Antares» punta sul recupero comportamentale dei cani aggressivi: «Cerchiamo di ricostruire in loro la fiducia». A giorni il rifugio diventerà anche Cras della provincia: «Ci occuperemo di animali selvatici esclusi gli uccelli, di cui si prende cura l’Anpana. Responsabile sanitario sarà il veterinario Nico Tavian con Noemi Mandelli».
You must be logged in to post a comment Login