Destò emozione , qualche mese fa, la notizia che le api degli alveari di Notre-Dame di Parigi era no scmapate al devastante incendio che invece distrusse la cattedrale. Ma ora altre api, in Italia, rischiano di morire di fame a causa del maltempo, tanto che gli apicoltori devono nutrirle per evitare l’estinzione. Una situazione di crisi, di cui si è parlato al Ministero delle Politiche Agricole e Turismo dove è stato aperto un tavolo di lavoro specifico. Cia (Confederazione italiana agricoltori) lancia l’allarme, ormai esteso a tutta Italia, come rileva anche l’Osservatorio Nazionale Miele. Daniela Ferrando, (foto) presidente di zona in provincia di Alessandria: “Il raccolto dell’acacia è andato in gran parte perso a cuasa del maltempo di maggio, ci somo problemi a tenere in attività le famiglie di api. In certi casi arriviamo addirittura a nutrirle perché non hanno nemmeno il cibo per se stesse. Si verificano problemi di sciamature. A questo puinto speriamo nel raccolto estivo, che riguarda in particolare millefiori, castagno e melata”.
Restando in Piemonte, il settore apistico negli ultimi anni ha avuto un notevole sviluppo sia per il numero di alveari allevati, sia per il numero di aziende attive. Dal 2001, anno in cui si registravano 2.701 aziende con 88.276 alveari allevati si è passati nel 2017 a 5.612 aziende che conducono 18.982 apiari con 199.315 alveari.
“L’apicoltura è una preziosa risorsa dell’agricoltura – sottolinea il presidente regionale della Cia, il casalese Gabriele Carenini – Il momento è molto difficile. Urge un sostegno almeno per la mancata produzione di miele, prima che sia troppo tardi. Le nostre migliori realtà produttive devono essere aiutate a sopravvivere“.
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