Non diremo più “C’è anche il Dolcetto”. La parola d’ordine del 2019 deve essere: “C’è il Dolcetto”. Questo l’augurio, anzi l’imperativo che Regione Piemonte, insieme con il Consorzio Piemonte Land of Perfection, lancia per il 2019, dedicandolo al Dolcetto, il rosso sdtorico che vanda 3 docg e 9 doc, coltivato in 3800 ettari di tre provincie (Astil, Alessandria, Cuneo). Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, è categorico: “Questo deve essere l’anno dell’orgoglio del Dolcetto, dovrà essere il nostro biglietto da visita di ogni evento, compreso il Vinitaly. Se va bene il Dolcetto, va bene tutto il mondo viticolo della regione”. E per comunicare l’Anno del Dolcetto è stata realizzata un’etichetta ideata dall’artista Simone Monsi.
La presentazione del progetto, nelle sale del Circolo dei Lettori di Torino, ha richiamato produttori e produttrici dalle Langhe al Monferrato. Coordinati da Luca Iacarino, si sono avvicendati Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection, il quale ha auspicato che l’Anno possa essere l’occasione per un lavoro d’assieme e una revisione delle doc”. Poi quattro produttori: Anna Maria Abbona, presidente della Bottega del vino di Dogliani; Nicola Chionetti, vicepresidente del Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe; Pietro Monti, enologo non vedente; Daniele Oddone, vicepresidente Ovada Docg.
A confermare la storicità del Dolcetto in Piemonte e il legame con la nostra tradizione è stata l’ampelografa Anna Schneider, ricercatirce del CNR, Istituto per la protezione sostenibile delle piante. Luisa Piazza, direttore di DMO Piemonte, società in house della Regione, per la valorizzazione turistica e agroalimentare, coordinatore dell’evento, ha illustrato una serie di azioni promozionali. Un produttore ha evocato un passo di “Angeli e demoni”, il romanzo di Dan Brown, portato sugli schermi con l’interpretazione di Tom Hanks: “Cenarono insieme alla luce della luna, seduti sul balcone. Mangiarono risotto ai tartufi e una deliziosa insalata mista. Bevvero dolcetto e parlarono a lungo…”
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