Nel giro di soli tre minuti 1400 Maserati Levante sono state vendute online ai cinesi. Tradotto: circa 150 milioni di euro. Un record di velocità commerciale e la testimonianza che l’e-commerce è la nuova frontiera sui mercati internazionali. L’avvocato Stefano Dindo, presidente Unione giuristi della vite e del vino, cita questo esempio durante una conversazione all’Accademia dell’Agricoltura di Torino, focus il commercio del vino online. “Un fenomeno – dice Dindo -. che a tutt’oggi in Italia rappresenta soltanto lo 0,2 per cento delle vendite sul mercato interno”. Eppure il web è una prateria aperta e sconfinata, considerate le enormi potenzialità rappresentate da consumatori in tutto il mondo. Primi proprio i cinesi, pensiamo solo ad Alibaba, ma anche al richiamo evocativo del Made in Italy. “Sapete – prosegue Dindo – qual è la parola italiana più conosciuta in Cina? Barolo”. Insomma, grandi possibilità si aprono per il nostro vino. Ma non tutto si prospetta così semplice, a cominciare dalla mancanza di infrastutture. Secondo uno studio Nomisma commissionato da Agrinsieme, questo è lo stato dell’arte della connessione Internet in Italia: solo il 4,4% della popolazione dispone di una connessione a 100 Mbps (siamo al 24% nell’Ue) e solo il 41,7% è a 30 Mbps contro il 76% in Ue. Nelle aree rurali soltanto il 77% ha accesso a Internet e le aziende agricole, in merito alla velocità della connessione, si posiziano al terz’ultimo posto nell’Unione Europea. Complessivamente lo studio ci dice che solo un’impresa agricola su 10 realizza almeno l’1% del proprio fatturato mediante vendite online, mentre l’incidenza arriva all’1,7% nell’Unione Europea.
Eppure, lentamente, proprio nel settore enologico, qualcosa si sta muovendo. In Italia esistono 500 enoteche virtuali, online, alle quali i produttori che intendono esplorare l’e-commerce possono rivolgersi per commercializzare i loro vini, avviando un rapporto così come si agirebbe con un ristorante. Sono i primi passi di una tendenza che si allargherà sempre di più, affiancandosi al commercio off-line, cioè quello tradizionale. Anzi, l’uno sarà complementare all’altro. L’enoturismo del Terzo Millennio farà da volano: non sempre il turista che visiterà le cantine comprerà subito e direttamente, ma una volta a casa si affiderà alla rete ricordando le suggestioni di quel territorio.
You must be logged in to post a comment Login