L’Italia è leader in Europa per coltivazione di riso ed è anche il primo Paese per produzione e fornitura di sementi certificate. La totalità del riso coltivato in Portogallo, Grecia, Bulgaria, Romania, è Made in Italy; in Spagna raggiunge il 50%, in Francia il 95%. Anche i risicoltori di alcuni Paesi extraeuropei, come Marocco e Turchia, acquistano sementi italiane. Il record, che rappresenta un’attestazione dell’eccellenza italiana, emerge da un’indagine di Assosementi, che nel 2013 hanno prodotto oltre 431 mila quintali di seme certificato, poi venduto alle aziende italiane e straniere. Massimo Biloni, direttore di Sa.Pi.Se. (Sardo piemontese sementi): «In Italia il 44 per cento della superficie è coltivata con varietà che hanno meno di cinque anni e il 27% meno di 15».
Malgrado i risultati lusinghieri, il riso italiano fatica ancora ad affermarsi sui mercati stranieri, perché contrastato dalla concorrenza. In un recente convegno al Centro ricerche dell’Ente nazionale Risi di Mortara (Pavia) gli industriali della trasformazione hanno rivolto un appello ai ricercatori per stimolarli verso nuovi obiettivi. Marco Invernizzi, a nome dell’Airi (Associazione industrie risiere italiane): «Abbiamo necessità di individuare nuove varietà per competere e in particolare per conquistare i mercati dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Ci serve un riso più competitivo, con un chicco cristallino, di cui oggi non disponiamo. Questo è quanto ci chiede il mercato dei consumatori di quell’area».
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