L’accordo sulle pratiche commerciali sleali nell’agroalimentare è uno dei più importanti risultati raggiunti in Europa nel 2018. “Abbiamo spinto al massimo per raggiungere l’obiettivo più ambizioso possibile contro le pratiche commerciali sleali perpetrate dalla grande distribuzione nei confronti di agricoltori e industria. Possiamo dire che ora il 100% degli agricoltori e il 98-99% delle aziende europee saranno tutelate da pratiche inique e inaccettabili”. Così Paolo De Castro, relatore e negoziatore capo per il Parlamento europeo sul dossier, commentando l’esito del negoziato raggiunto con il Consiglio Ue e la Commissione europea. Il negoziato ha permesso di portare dai 50 milioni di euro circa proposti dall’Esecutivo Ue, a 350 milioni di euro, la soglia di fatturato all’interno della quale le aziende agricole e le imprese agroalimentari verranno tutelate dalle pratiche commerciali sleali, con la possibilità per gli Stati membri di fissare soglie ancora più alte.
“È un ottimo risultato – dice De Castro – e siamo riusciti a ottenerlo dopo appena otto mesi di trattative dalla presentazione della proposta da parte del commissario Phil Hogan. Inoltre, abbiamo moltiplicato per sette il perimetro di applicazione della direttiva che in realtà supererà anche le frontiere europee. Infatti, le nuove regole dovranno essere rispettate anche dagli acquirenti di prodotti agroalimentari che hanno sede legale nei Paesi terzi”. “Non abbiamo poi dimenticato – prosegue l’europarlamentare Pd – il florovivaismo, la mangimistica, il tabacco e il cotone che ora saranno protetti come tutti gli altri prodotti alimentari e agricoli”. I contratti poi tra fornitori e acquirenti ”dovranno essere scritti e chi subisce ingiustizie potrà denunciarle personalmente o tramite le associazioni mantenendo l’anonimato. L’acquirente non potrà avviare ritorsioni commerciali mentre l’autorità legale di contrasto avrà l’obbligo di agire in tempi certi”.
”Questa ‘vittoria’ del Parlamento europeo e delle istituzioni tutte – ha concluso De Castro – vorrei che fosse dedicata a coloro che ci hanno creduto e che hanno fatto lavoro squadra per ottenere questo risultato positivo, che potrà essere rivisto tra quattro anni. Sostenere i diritti di chi lavora nell’agroalimentare significa sostenere una Pac giusta, solidale e comune, senza la quale all’Europa verrebbe meno uno dei pilastri fondamentali su cui basa il suo futuro”.
You must be logged in to post a comment Login