“Clausola di salvaguardia subito e sfida della promozione per sensibilizzare i consumatori”.
Sono gli obbiettivi che Giuseppe Ferraris, appena rieletto ala presidenza del gruppo riso Copa-Cogeca a Bruxelles, si pone come traguardi irrinunciabili. Ferraris, detto Peppino, risicoltore di Novara, è stato confermato alla guida del gruppo in seno al Comitato che riunisce le organizzazioni professionali e le cooperative agricole europee. Alla vicepresidenza è stato eletto Miguel Minguet.
“Credo che una delle priorità più importanti per l’inizio della presidenza – dichiara Ferraris – sia quella di applicare la clausola di salvaguardia per 3 anni. Se il contingente e le importazioni di riso esenti da dazi provenienti dalla Cambogia e dal Myanmar continuano al ritmo attuale, si potrebbe rrivare, nella peggiore delle ipotesi, all’abbandono della produzione di riso dell’UE. Ciò andrebbe contro l’obiettivo della politica agricola comune, che incoraggia l’agricoltura a contribuire al mantenimento della biodiversità. Sulla base del recente sviluppo della politica di promozione dell’UE dei prodotti agricoli, incoraggeremo i nostri membri a presentare i programmi più adatti applicabili al cofinanziamento. La sfida in termini di promozione per il settore del riso è sensibilizzare i consumatori sul fatto che questa coltura è conforme agli elevati standard di produzione e alla piena tracciabilità, in particolare negli Stati membri produttori di riso. I messaggi chiave della promozione dovrebbero concentrarsi sul valore nutrizionale del riso, sul suo metodo di produzione rispettoso dell’ambiente, sui vari modi di cucinarlo e sulla sua conformità con elevati standard di produzione e sicurezza alimentare”.
Un altro obiettivo: l’etichettatura di origine. “Dovrebbe essere resa obbligatoria a livello UE con il nome del paese – sottolinea Ferraris – Affermare l’etichetta in cui il riso è stato prodotto, cioè dove è stato raccolto, dovrebbe essere obbligatorio per ogni stato membro, dato che consente e consentirebbe i consumatori a fare scelte informate, garantisce la sicurezza alimentare, la produzione di qualità che rispetta gli standard ambientali. Inoltre contribuerebbe alla crescita economica e all’occupazione nei paesi di origine”.
“Ma è anche una sfida per gli agricoltori – proswegue il presidente – Una possibilità per un maggiore riconoscimento dal mercato, un valore aggiunto per la produzione dell’UE; la possibilità di aumentare i guadagni sul mercato”.
Ferraris richiama anche lo studio sull’impatto economico cumulativo dei futuri accordi commerciali sull’agricoltura dell’UE, elaborato dal Centro comune di ricerca, che si è concentrato sugli effetti causati dai negoziati di libero scambio sui mercati agricoli dell’UE. Questo studio mostra che il settore del riso sarà tra i più colpiti, poiché l’aumento delle importazioni, principalmente dalla Thailandia, porterà a una diminuzione sia della produzione di riso dell’UE sia dei prezzi del riso. Sempre questo studio tiene conto solo delle principali esportazioni da MERCOSUR, Thailandia e Vietnam, ma non dall’India o dall’Australia. “Durante la nostra presidenza – dice – saremo molto cauti sul fatto che tutti i nuovi accordi di libero scambio non abbiano un impatto negativo sul settore del riso. Infine, la PAC dovrebbe essere uno strumento che aiuta il settore ad affrontare tutte le sfide sopra menzionate. A tale proposito, devono essere garantiti due pilastri forti e il ruolo dei pagamenti diretti in questa struttura. Pertanto, nel Pilastro I deve esserci almeno il 60% di ring-fencing per i pagamenti diretti (BISS) senza trasferimenti eccessivi tra i pilastri. Inoltre, il supporto accoppiato dovrebbe essere mantenuto al livello attuale almeno (13 + 2%”.
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