Un miliardo di bottiglie all’anno, di cui 40 con il metodo classico. Stiamo aprlando di spumanti, di bollicine. Che ormai si bevono in tutte le occasioni. Come dice Pia Bosca, intervenendo al terzo Forum nazionale del metodo classico in occasione di “Canelli Città del Vino”.
«Si stanno sgretolando i vecchi schemi secondo i quali con la carne si bevono i rossi, con il pesce i bianchi e con il dessert le bollicine – prosegue Pia Bosca, insieme ai fratelli Polina e Gigi sesta generazione a capo di una delle più antiche case spumantiere italiane –. Oggi per fortuna ciascuno fa gli abbinamenti che meglio gli si addicono. Questo denota una maggior attenzione alla qualità e alle cose naturali. Un trend generale che riguarda tutti i prodotti e premia il Metodo Classico, che è fatto a mano in tutte le sue fasi di produzione e, tra le bollicine, è quello che sembra marcare il maggior aumento».
Il Forum, ospitato quest’anno nelle Cattedrali Sotterranee Bosca, è stato l’occasione per fare il punto anche sui dati del comparto.
«In Italia la produzione di spumante è di circa un miliardo di bottiglie all’anno, di cui 40 milioni ottenute con il Metodo Classico – spiega Giuseppe Martelli, presidente emerito del Comitato nazionale vini –. L’obiettivo è di aumentare la produzione e l’impatto dell’export. Il mercato estero rimane ancora limitato, ma ha buone potenzialità, soprattutto guardando al valore delle nostre aree a denominazione che si distinguono per un livello di qualità estremamente alto».
«Canelli è da sempre un punto di riferimento per il Metodo Classico – sottolinea il sindaco di Canelli Marco Gabusi –. Qui oltre 150 anni fa è nato il primo spumante italiano nelle Cattedrali Sotterranee oggi Patrimonio Unesco. Ma non vogliamo restare ancorati a un ricordo. Guardiamo al futuro consapevoli che i prodotti di questa terra e i nostri imprenditori sono il valore aggiunto di un’intera comunità».
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