Questa bella immagine, tipica della risaia piemontese nel periodo di sommersione, è rappresntativa dell’annata agraria arrivata all’apice, vale a dire ai giorni della raccolta che s’inizia in questi giorni. Ed è il momento di tirare lesomme, almeno sotto il profilo del rapporto dell’irrigazione. Lo fa l’Associazione Irrigazione Est Sesia, con una nota riassuntiva.
I territori, non solo risicoli, su cui si estende il comprensorio dell’Associazione Irrigazione Est Sesia (Province di Novara, Pavia e Vercelli) hanno beneficiato di una stagione irrigua, ormai quasi al termine, con un andamento regolare e decisamente diverso da quello delle tre precedenti estati. Un inverno con notevoli accumuli di neve e una buona piovosità dei mesi primaverili ed estivi hanno consentito di mantenere alle prese dei canali principali una disponibilità di acqua quasi costante, a meno di alcune criticità che, comunque, non hanno comportato nessuna conseguenza sull’esito dei raccolti.
Le maggiori difficoltà si sono determinate per i livelli del Lago Maggiore che, soprattutto nella seconda parte dell’estate, ha risentito di una certa scarsità di precipitazioni per i fiumi tributari del lago, mentre il Po e la Dora Baltea hanno beneficiato di maggiori e costanti apporti.
Un momento sicuramente delicato si è verificato nella prima decade di giugno quando si è passati dall’utilizzo minimo di risorsa idrica a un picco di richiesta dovuto alla concomitanza di irrigazione di mais, allagamento post-trattamenti dei risi con semina tradizionale e irrigazione di riso con semina interrata. Ogni anno, l’incremento di superfici che utilizzano queste nuove tecniche agronomiche compromette sempre più un’efficiente gestione del patrimonio idrico per l’irrigazione.
Un’ulteriore conseguenza di quanto appena descritto è chiaramente dimostrata dalla sempre più tardiva riattivazione dei fontanili non alimentati dalle sommersioni primaverili; nonostante gli imbocchi dei canali principali fossero tutti al massimo della capacità, si sono riscontrate riduzioni fino al 30%, in conseguenza della necessità di sussidiare la rete minore che in molti casi è originata, appunto, dai fontanili.
In alcuni casi, dove il sussidio dalla rete principale non è possibile, per caratteristiche orografiche o per l’impossibilità di scambi d’acqua, la riduzione ha superato anche il 50%, problematica risolta comunque positivamente entro la fine di giugno.
Alcune criticità si sono poi riscontrate sul fiume Ticino a causa di una primavera piovosa e abbondanti deflussi nel fiume che non hanno consentito di realizzare le “filarole in pietrame“, funzionali alle derivazioni storiche dei Navigli Langosco e Sforzesco e della Roggia Castellana. Solo nella prima decade di giugno, quando l’acqua del fiume ha consentito l’accesso dei mezzi meccanici in alveo, si sono potuti eseguire gli interventi necessari. Tale ritardo rispetto all’ordinario ha determinato alcune situazioni di momentanea difficoltà nell’area della Lomellina orientale.
L’inverno più mite del passato, le temperature mediamente elevate e il forte irraggiamento solare hanno peraltro intensificato notevolmente la crescita delle alghe che ha costretto ad incrementare considerevolmente il numero degli interventi di sfalcio negli alvei dei canali rispetto agli anni precedenti. L’organizzazione e i mezzi di Est Sesia hanno in ogni caso fronteggiato tale emergenza senza ripercussioni sulle colture, a differenza di quanto risulta essere avvenuto in comprensori limitrofi.
In sintesi si può parlare di una buona stagione irrigua con alcuni punti deboli che dovranno essere di stimolo per il futuro, ricordando che il sistema irriguo, il territorio e l’ambiente costituiscono un tutt’uno inscindibile; non tener conto delle caratteristiche intrinseche e delle interazioni che lo contraddistinguono può determinare, in casi di annate siccitose, criticità difficilmente prevedibili allorché gestibili.
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