di Paolo Guttardi
Anticipi Pac più alti per la siccità
Il cambiamento climatico, che quest’anno si concretizza ancora una volta nell’Italia assetata dal gran caldo, sta mettendo in difficoltà le colture a seminativo. Per sopperire a queste problematiche, la Commissione europea sta varando una serie di misure che prevedono l’anticipo dei pagamenti della pac e degli aiuti sullo sviluppo rurale. In particolare gli agricoltori potranno ricevere fino al 70 % dei loro pagamenti diretti e fino all’85 % dei pagamenti del PSR già dalla metà di ottobre. Nel pacchetto di misure di soccorso previsto dalla Commissione ci sono anche deroghe per il greening come la diversificazione colturale e maggior flessibilità per l’utilizzo dei terreni a riposo al fine di produrre cibo per animali.
Assicurazioni agevolate: AGEA mette il turbo
Con l’obiettivo di evitare il rischio del disimpegno delle risorse finanziarie concesse dall’Unione europea sul PSR 2014-2020 Misura 17.1, il Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole) ed AGEA hanno accelerato e semplificato le procedure per la concessione dei contributi agli agricoltori che hanno aderito all’assicurazione del raccolto. In data 1 agosto infatti AGEA ha emanato l’elenco delle Domande di sostegno colture vegetali 2016 ammissibili. Sono ben 26 mila domande per un importo di contributo di quasi 49 milioni di euro, per le quali il CAA Confagricoltura ha presentato le rispettive di domande di pagamento. Un primo giro di pagamenti infatti è previsto per lunedì 6 agosto.
Grida manzoniane
Che la Grande Distribuzione Organizzata GDO rappresenti un serio competitor nella filiera agroalimentare è noto. Le “aste al doppio ribasso” rischiano di strangolare le imprese industriale e infine, a cascata, gli agricoltori, anello debole della catena. Ma come fermare queste procedure speculative ? Non certo con provvedimenti dirigistici e normativi, come qualcuno invoca. Sarebbero le classiche “grida manzoniane “ in un contesto di libero mercato. Occorre invece puntare sulla qualità delle produzioni nazionali organizzate e soprattutto bisogna investire con importanti risorse finanziarie sulla promozione e sulla loro conoscenza presso il consumatore. Non basta un bollino o un’etichetta di origine per salvare l’agricoltura
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