Su una superficie di 234 mila ettari, 16.602 in Italia sono dedicati al riso biologico. Negli ultimi dieci anni il bio è aumentato di circa 7500 ettari. tra il 2015 e il 2016 si è avuto un incremento pari al 34%, denunciando una forte tendenza all’espansione. Nel mondo il riso bio è coltivato su una superficie di 415 mila etari (la maggior parte concentrata in Asia), in Europa 27 mila etari. L’italia è prima nell’arera Ue, quarta nel mondo, dietro a Cina (primo posto), Thailandia, Pakistan. la risaia bio in Italia è soprattutto concentrata in Lombardia (54% sul totale nazionale), e Piemonte (44%). Altre statistiche: la produzione italiana è di circa 4a mila tonnellate, in Europa complessivamente 60 mila tonnellate.
Questi numeri fotografano il Progetto “Risobiosystems”, i cui risultati dell’attività di ricerca sono stati illustrati durante una giornata tecnica al Centro Ricerche Ente Nazionale Risi di Castello d’Agogna (PV). Una giornata di confronto di ricercatori e imprenditori su un’espereinza che si sta allargando sempre di più, richiesta dai consumatori, ma ancora con moltwe luci e ombre e difficoltà agronomiche. All’incontro, moderato da Giampiero Valè, direttore di Crea (Vercelli), capofila del progetto (partner scientifici l’Università di Milano, l’Unviersità di Torino, Cnr e Ente nazionale Risi), è intervenuto anche il presidente di Ente Risi, Paolo Carrà, che ha fatto il punto sul progetto: “La domanda di bio è in forte aumento – ha detto – e c’è la necessità di fare chiareza in unsettore obiettivamente in forte evoluzione. Coltivre il riso biologico è complesso e necesita, da parte degli operatori, attuare scelte colturali ben precise. Molte infatti sono levaribili che ne influenzano la coltivaizone, a differenza di quanto avviene per la risicoltura convenzionale. la rotazione è indispensabile e dove non è possibile farla è altrettanto impossibile coltivare riso biologico. E’ importante altresì optare una correttascelta varietale sensa trascurare la necessità di verificare l’eficacia e l’efficienza dei controlli oggi in atto. Nell’ambito di Risobiosystem è stato ribadito che anche i produttori di riso biologico avranno l’obbligo di denunciare la prodfuzione tant’è che l’Ente Nazionale Risi ha già provveduto a modificare la consueta modulistica”.
“Fare biologico richiede una formazione continua” ha sottolineato la ricercatrice Patrizia Borsotto del Crea, richiamando anche “l’eticità del produttore”. Stefano Monaco (Crea), ha illustrato le prove varietali, una in sommersione nella Baraggia vercelese, l’altra a file interate nel Pavese. Aldo Ferrero (Università di Torino) siè soffermato sulle prove condotte nel Vercellese, a Rovasenda e Livorno Ferraris, con risposte fin qui altalenanti per quanto riguarda la produzione. Marco Romani (Ente Risi), si è soffermanto sulle tecniche agronomiche e il monitoraggio dei contaminanti, sottolineando come sia nel riso grezo sia in quello bianco esaminati non sia stata riscontrata alcuna presenza di residui di fitofarmaci. Stefano Bocchi (Universuità di Milano) ha rimercato che con la pacciamatura verde e camere di risaia non troppo grandi si abbattono i costi di produzione.
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