di Gianfranco Quaglia
“E’ stata una bella esperienza e sono soddisfatto. Sono riuscito a raggiungere molti degli obiettivi che mi ero prefissato”.
Andrea Olivero, viceministro alle Politiche Agricole con i Governi Renzi e Gentiloni, traccia il bilancio della sua attività che lo ha portato a incontrare numerosi agricoltori in tutta Italia e a essere il numero uno dopo le dimissioni di Maurizio Martina, con le deleghe piene per il settore agricolo.
In particolare lei ha avuto la delega alla risicoltura in un momento fra i più difficili per il settore. Quale messaggio lascia ai risicoltori?
“Questi anni sono fra i più difficili, sappiamo quanto sia faticoso per tutti, in primis i risicoltori, tenere il passo e controbattere. Tuttavia siamo riusciti a ottenere l’apertura dell’indagine da parte della Commissione europea. Un passo avanti, molto importante, che dovrebbe portare alla clausola di salvaguardia per tutelare il Made in Italy ma anche il territorio. Io credo che ci siano tutte le buone ragioni per vincere questa partita. Proprio in questo momento è necessario dire agli agricoltori di non disarmare, di essere uniti e non arrendersi. Ma al tempo stesso al mondo dell’industria di stare accanto ai coltivatori. Soltanto a con una voce sola la battaglia si può vincere”.
Altri obiettivi raggiunti durante il suo mandato?
“Alcuni passaggi importanti, come l’aver portato a termine la riforma sull’agricoltura sociale, un tema che mi sta molto a cuore, anche per il mio passato e la mia provenienza (presidente nazionale delle Acli dal 2006 al 2012 n.d.r.). Credo di aver dato anche un forte contributo al varo della legge contro gli sprechi alimentari. Inoltre non dobbiamo dimenticare il Collegato agricoltura sulla sburocratizzazione e la semplificazione. E il testo Unico del vino, così come la riforma del Testo Unico del Corpo Forestale, quest’ultima una legge che parla molto anche di Piemonte. E’ figlia del mio territorio, dove la dottoressa Alessandra Stefani, che ha comandato prima Novara e poi il Piemonte, ha fatto da apripista prima di diventare vicecomandante nazionale del Corpo”.
Quale messaggio al futuro Governo e al futuro ministro delle Politiche Agricole?
“L’agricoltura italiana presenta situazioni diversificate. Mi auguro che il lavoro svolto possa continuare e svilupparsi in tre ambiti. Il primo: prosecuzione dell’attività per rendere credibile l’Italia in Europa nella determinazione della politica agricola europea. Il secondo punto riguarda la tutela di origine dei prodotti. Noi abbiamo sancito l’etichettatura su latte, pasta, pomodoro, riso. Infine: puntare sulla logica della sostenibilità ambientale e a questo proposito vorrei ricordare le risorse destinate alla ricerca e all’agricoltura di precisione”.-
L’Italia è ai vertici dell’agricoltura biologica in Europa…
“Su questo sono molto soddisfatto. E’ cresciuto di quattro punti il territorio coltivato a bio, il traguardo del 20 per cento che ci siamo imposti non è impossibile”.
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