Buone pratiche nella vigna e in cantina. E’ questa la cifra della vitivinicoltura piemontese. Se ne è parlato a Pollenzo, nell’incontro organizzato dalla Regione Piemonte, dall’Università degli Studi di scienze gastronomiche per fare il punto su un lavoro cominciato da tempo con un questionario elaborato dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche e sottoposto alle aziende che hanno partecipato a sette tra concorsi e manifestazioni enologiche.
Per il Presidente della Regione, Sergio Chiamparino “questo incontro dimostra come dietro il vino del Piemonte ci sia una realtà sempre più importante di aziende che lavorano con grande attenzione, oltre che alla qualità del prodotto, all’ambiente, alla sostenibilità delle tecniche di coltivazione, alla responsabilità sociale. Aziende che hanno ben presente quanto questo sia cruciale per il futuro del nostro paese e per la stessa immagine del nostro vino nel mondo che, ricordiamo, ha sfiorato il miliardo di euro di export l’anno scorso”.
Dall’esame delle risposte al questionari emergono, oltre alla prevalenza di aziende biologiche o biodinamiche, un’attenzione per la sostenibilità particolarmente spiccata in aziende con prezzi medi più alti, altri dati forse inattesi. “Tra le aziende con una valutazione più alta”, precisa il prof. Michele Fino, professore Associato dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche “risalta la presenza anche di aziende che non hanno aderito al regime biologico. Interessante poi la presenza di aziende di dimensione medio grande fra quelle meglio valutate, come l’evidenza di una trasversalità di attenzione ai temi della sostenibilità, che non è appannaggio di chi fa 4000 bottiglie né di chi imbottiglia milioni di litri e di conseguenza sviluppa strategie di comunicazione di scala talora mondiale.”
Per Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, “l’Università ha colto con estremo interesse l’attenzione che la Regione Piemonte ha riservato ai temi della sostenibilità in campo enologico; insieme abbiamo ritenuto che fosse molto importante puntare il centro della riflessione sulle buone pratiche in campo e in cantina”.
L’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero: “Questa iniziativa mette in risalto la consapevolezza che c’è nel mondo del vino piemontese sulle buone pratiche. Senza di questa, senza la collaborazione convinta di manifestazioni e consorzi enologici, che voglio ringraziare per la loro sensibilità, non sarebbe stato possibile realizzarla. Per noi questo è solo il primo passo verso nuovi momenti di coinvolgimento della nostra vitivinicoltura su questi temi, facendo squadra con tutti i soggetti interessati”.
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