Il Piemonte guarda alla Cina come terra promessa per i suoi vini. Nel paese del dragone ci sono 48 milioni di potenziali consumatori che per disponibilità reddituale e scelta sono interessati al vino Made in Piemonte. Oicce (organismo interprofessionale per la comunicazione delle conoscenze in enologia) presieduto da Mario Ubigli, con sede a Canelli (Asti) ritiene che sia giunto il momento di fare quel passo in più necessario per conquistare nuovi mercati, primo fra tutti appunto la Cina. Se ne è parlato durante il convegno organizzato al Circolo dei Lettori di Torino, in collaborazione con l’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte, con l’intervento dell’assessore Giorgio Ferrero e operatori del settore. C’è spazio per l’Italia e il Piemonte verso quel paese? Al primo posto nella classifica delle esportazioni c’è la Francia, l’Italia è in quinta posizione, ma con numeri in crescita. “Dobbiamo allora chiederci: quali sono le tendenze del mercato? Quali le preferenze? Stanno cambiando le abitudini di consumo? Quali prezzi è disposto a pagare il mercato cinese?”. Queste le domande che si pone Giusi Mainardi, direttore della rivista di settore “Oicce Times”.
Intanto una considerazione: la Cina è il primo produttore di uva al mondo con 14,6 milioni di tonnellate; l’Italia, 7,9 milioni. Ma l’Italia produce 50,9 milioni di ettolitri di vino, contro i 7,9 della Cina. Attualmente il consumo annuo in Cina è di 30 milioni di ettolitri, nel 2018 si avvicinerà ai 40 milioni.
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