di Gianfranco Quaglia
A 87 anni è scomparso Gualtiero Marchesi, il Maestro al quale chef stellati e blasonati resi celebri dalla tv s’inchinavano e tacevano. Aveva sempre voluto farsi chiamare cuoco. Fra i suoi allievi nomi celebri, come Oldani e Cracco.
Se ne è andato nella sua Milano, dove era stato protagonista e monarca della cucina, lasciando un’eredità unica, inimitabile. Come il risotto con la foglia d’oro che due anni fa, durante un “Mock trial”, un processo simulato alla Triennale, fu al centro di un dibattimento, con tanto di pm, difesa, parte lesa (Gualtiero Marchesi) che aveva denunciato l’allievo Guido Rossi titolare del ristorante di Milano, denominato «All’ultimo risotto». Rossi propose un piatto titolandolo «Riso oro e zafferano omaggio a Marchesi» cucinato con la varietà Basmati. Un’eresia, per un purista come Marchesi. Avevamo assistito a quella “cross examination” all’americana, simulata nell’improvvisata aula di giustizia: prevedeva l’assaggio di due risotti contrapposti, quello cucinato da Marchesi e quello del suo allievo “copiatore”.
Davanti ai giudici sfilarono testimoni (i commensali), esperti del settore, come Natalia Bobba, presidente di Donne & Riso, che spiegò metodologia e approccio dell’analisi sensoriale; l’avvocato Luca Ponti per i profili penali; Cinzia Simonelli (Centro Ricerche Ente Risi); Sara Gabri, direttore Centro Studi Indicam (Associazione per la tutela dei diritti di Proprietà Intellettuale e per la lotta alla contraffazione).
Il collegio giudicante, con Marina Tavassi (presidente coordinamento sezione Impresa Tribunale di Milano) e Roberto Magnaghi (direttore generale Ente Risi), si riunì in Camera di Consiglio; alla fine l’avvocato Anna Maria Stein lesse la sentenza, un inno alla tutela del Made in Italy e al diritto: «La Corte ha ritenuto che al piatto di Marchesi possa essere riconosciuta la validità della registrazione oltre alla tutelabilità come marchio di forma. Un prodotto pubblicizzato in tutto il mondo che merita anche il riconoscimento del diritto d’autore».
Quella sentenza ribadì un principio: la proprietà intellettuale anche di una ricetta, il riconoscimento del copyright.
A settembre Marchesi era stato insignito del premio Rana d’Oro a Casalbeltrame (Novara). Alla cerimonia di consegna non presenziò, il premio fu ritirato dal genero Enrico.
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