Che l’agricoltura fosse una delle pratiche più in voga non c’è alcun dubbio. Gli Insubri (o Insubres) traevano dalla terra il loro sostentamento, per dedicarsi poi anche alla caccia e alla guerra. Erano i primi Celti d’Italia, protagonisti di quella Civiltà di Golasecca che si sviluppò 3 mila anni fa lungo il fiume Ticino e nel Canton Ticino. Nuove tracce di quella popolazione sono state rinvenute durante gli scavi per realizzare il collegamento del Malpensa Express e la stazione ferroviaria al Terminal Due di Malpensa: vasi, utensili, reperti che testimonano la presenza dei nostri antenati. Sarebbero finiti lontani, in altri musei, se non avesse prevalso l’idea di catalogarli e esporli nel luogo del ritrovamento: così è nato un allestimento permanente nelle sale d’accesso della stazione ferroviaria del Terminal 2 di Malpensa, finanziato dalla Regione Lombardia e frutto di un accordo tra il segretariato regionale del Ministero Beni Culturali del Turismo, il gruppo Ferrovie Nord Milano e Sea (Società che gestisce gli aeroporti). Un ponte ideale fra un passato lontano e il futuro, un momento di riflessione rivolto ai passeggeri in transito appena scesi dagli aerei o in attesa di un decollo verso le mete di tutto il mondo. Il richiamo è esplicito: quella popolazione definita dagli studiosi “Protogolasecca”, conosciuta soprattutto attraverso le testimonianze funerarie, sviluppò una rete di contatti commerciali tra il Mediterraneo e l’Europa centrale. Tremila anni dopo il legame continua con Malpensa. L’inaugurazione è avvenuta con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.
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