Ci risiamo. A Natale, naturalmente. Ma anche con le notizie (o le fake news) che tentano di rovinarcelo. L’ultima arriva dal Regno Unito, che da quando è Brexit semba voler prendere sempre di più le distanze dall’Europa o quantomeno marcare territorio e differenze. Anche nel food e nel beverage. In agosto ci aveva già provato The Guardian, adesso è la volta del Daily Mail. Il tabloid britannico rilancia uno studio della Oral Health Foundation che mette sotto accusa le bollicine Made in Italy più in voga del momento, il Prosecco: un consumo prolungato farebbe male ai denti e quindi è sconsigliabile. Lo studio evidenzia le conseguenze legate all’immersione di un dente sano in un bicchiere di Prosecco per 14 giorni di seguito. Ebbene, sempre secondo quei ricercatori, gli effetti corrosivi dell’acidità e l’alto tenore zuccherino dello spumante italiano ridurrebbero il dente alla consistenza di un gesso da lavagna.
Viene da chiedersi: ma quale consumatore beve per due settimane consecutive calici di bollicine senza interrompere un attimo, neppure per un riposino, mettendo a dura prova non solo la dentatura, ma tutto il resto? A prescindere dalla risposta, scontata, e da ogni considerazione, sarà un fineanno ancora all’insegna dei vini spumeggianti, in Italia e nel mondo. Nessuna ricerca fermerà lo “sparkling” (o le bollicine). Giampiero Comolli, patron del Centro Studi Accademici Ricerca e Osservatorio Economico stima che dovrebbero essere oltre 68 milioni le bottiglie stappate nel nostro paese tra il 7 dicembre e il 7 gennaio, con una crescita del 4% sul 2016. Vale a dire più di due milioni di bottiglie al giorno, quasi una bottiglia pro capite per gli amanti delle statistiche, con due picchi: 11 milioni il giorno di Natale, 38 milioni per Capodanno. Altre cifre previsionali: consumi fuoricasa su del 9%, 3 milioni le bollicine importate. Complessivamente il consumo degli spumanti raggiunge un giro d’affari di 750 milioni di euro, in aumento del 10%. Alla faccia dei denti gessati di Sua Maestà.
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