di Gianfranco Quaglia
Questa foto, scattata il 12 ottobre a Phnom Penh, capitale della Cambogia, fissa il momento in cui la delegazione della Commissione Europea ha incontrato gli esponenti della Cambodian Rice Federation (Federazione Riso Cambogia), guidata dal presidente Sok Puthyvuth. In quella riunione la missione europea aveva chiesto agli operatori cambogiani di cercare mercati alternativi a quello Ue, la cui situazione rimane molto delicata a causa delle massicce importazioni a dazio zero che mettono in crisi i risicoltori europei. I rappresentanti asiatici avevano risposto che lo sforzo di contenere l’export era già in atto e che le esportazioni verso l’UE stanno risentendo anche della nuova regolamentazione dell’Unione europea sul limite massimo di residuo della sostanza attiva triciclazolo.
Malgrado le assicurazioni, l’Ente Nazionale Risi ha evidenziato che nel mese di settembre le importazioni di riso lavorato dalla Cambogia sono risultate addirittura in aumento rispetto allo stesso periodo 2016. Al di là di questo botta e risposta, dall’esito dell’incontro in Cambogia non sono emersi particolari interessanti che invece si rilevano sul sito della Cambodian Rice Federation, il quale riporta in inglese la cronaca di quel faccia a faccia. Secondo il sito, “the european delegation also incouraged Cambodia to export more fragrant rice because its fragrant rice is a quality rice and is not concerned about the use of chemical fertilizers or chemicals during the planting season. At the result, the Cambodian Rice Federation is committed to promoting the production of fragrant rice and fragrant rice exports as Cambodian rice is famous after Cambodia has been the world’s best rice for three consecutive years: 2012, 2013, 2014” (La delegazione europea ha anche incoraggiato la Cambogia a esportare più riso fragrante perché è un riso di alta qualità e non riguarda l’utilizzo di fertilizzanti chimici o sostanze chimiche durante la stagione delle piantagioni. Di conseguenza la federazione del riso cambogiana si impegna a promuovere la produzione di riso fragrante e le esportazioni, in quanto il riso cambogiano è famoso dopo che la Cambogia ha avuto il miglior riso del mondo per tre anni consecutivi: 2012, 2013, 2014″.
Così la versione del sito cambogiano. Un giornale nazionale, il Khmer Times, avvalora questa posizione, intervistando il vicepresidente della Rice Federation, Hun Lak, il quale dichiara: “L’UE vuole che la Cambogia esporti il riso fragrante perché la domanda di questo prodotto è elevata e non compete con varietà coltivate localmente, come Italia e Spagna. Anche se le esportazioni di riso lavorato all’UE sono rimnaste quasi invariate nei primi nove mesi dell’anno rispetto al 2016, speriamo che l’export acceleri entro la fine del 2017 e per gli anni a venire”. Ma poi il quotidiano dà conto dell’attività di esportazione cambogiana: a partire da settembre di quest’anno – scrive – la Cambogia ha esportato circa 422.000 di riso lavorato in mercati internazionali, con un incremento del 16,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Di queste, 209.000 tonnellate sono state spedite all’UE, quasi un aumento del 50% rispetto allo stesso periodo del 2017.
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