“In Piemonte negli ultimi dieci anni abbiamo perso il 22% degli allevamenti bovini da carne. Anche il patrimonio zootecnico è diminuito: la mandria si è ridotta di oltre 24.600 capi con una contrazione del 10%. Questo trend – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – oggi è ancora più preoccupante, perché il comparto vive una crisi senza precedenti che richiede interventi straordinari”.
Intervenendo alla riunione organizzata questa dalla Regione nella sala della Giunta in piazza Castello a Torino, il presidente di Confagricoltura ha ricordato al presidente della Giunta Alberto Cirio e all’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa le difficoltà della zootecnia subalpina, che registra prezzi all’origine assolutamente inadeguati, in molti casi non coprono neanche i costi di produzione.
A febbraio dell’anno scorso – ricorda Confagricoltura – i vitelloni da macello di razza Piemontese erano pagati mediamente 3,90 euro al chilo peso vivo; oggi siamo a 3,15 euro al chilo. Il calo delle quotazioni dei bovini è del 25%, mentre i costi di alimentazione degli animali nello stesso periodo di tempo sono aumentati di oltre il 55%.
“La situazione sta diventando insostenibile – spiega Alberto Brugiafreddo, presidente degli allevatori di bovini aderenti Confagricoltura Piemonte – ed è necessario che la Regione sia al fianco degli allevatori per intervenire su valorizzazione della qualità, promozione e controlli i in materia di etichettatura”.
“Abbiamo presentato al tavolo – commentano Roberto Moncalvo e presidente di Coldirtti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – le priorità su cui è urgente che la Regione si attivi per il rilancio del comparto zootecnico da carne e, soprattutto, della Razza Piemontese che vive, ormai da troppo tempo, una grave crisi con conseguenze disastrose sia per gli addetti diretti e le loro famiglie, sia per l’indotto generato, ma anche per l’ambiente e per il territorio che rischia di perdere chi per primo si occupa del suo mantenimento. Non si può più far finta di nulla: vanno trovati i fondi necessari, facendo ricorso anche a risorse nazionali ed europee, e serve un impegno concreto, non di sole parole”.
Nello specifico – sottolinea Coldirtti – sono 6 le azioni immediate da mettere in cantiere e programmare attraverso un tavolo di crisi permanente: stanziare immediatamente un sostegno al settore di almeno 15 milioni di euro per consentire la sopravvivenza delle imprese; predisporre un piano istituzionale di comunicazione e promozione al fine di attivare un programma di valorizzazione ed inserire nella carta dei menù dei ristoranti l’indicazione di origine della carne; attivare rapidamente l’IGP Vitellone Piemontese della Coscia coinvolgendo tutti gli attori della filiera per avviare definitivamente questo strumento economico; fermare i contributi pubblici ai macelli ed alle industrie che non valorizzano la carne piemontese e che hanno già ricevuto, negli ultimi anni, 16 milioni di euro ed aprire, invece, nuovi bandi solo per l’agroindustria che si è dimostrata virtuosa; inserire nella ristorazione collettiva, in particolare nell’ambito delle mense scolastiche, piatti a base di carne piemontese affinché venga valorizzata in diverse preparazioni, impiegando tutti i tipi di tagli e facendo scoprire già ai più piccoli le sue ottime qualità organolettiche; sostenere, con la nuova Pac, un aumento dei premi accoppiati sul settore bovino.
Il Piemonte, con oltre 500 mila capi, è la prima regione d’Italia per la zootecnia da carne con un fatturato di oltre 600 milioni di euro.
Durante l’incontro sono state proposte azioni specifiche a sostegno del comparto, anche all’interno degli ecoschemi della Pac, Politica agricola comune.
La Regione Piemonte tra le varie azioni prevede di sviluppare un piano di promozione e valorizzazione per incentivare il consumo del prodotto made in Piemonte, con una difesa dei prezzi e di sostenere quindi anche l’inserimento della carne piemontese all’interno della ristorazione collettiva, alla quale ci si vuole rivolgere sempre di più per il consumo di prodotti piemontesi.
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