di Gianfranco Quaglia
“Passione. Ecco il primo requisito che ho sempre chiesto ai miei collaboratori”. Romano Gironi, dirigente responsabile del Dipartimento ricerca del Centro Ricerche Ente Nazionale Risi di Castello d’Agogna (Pavia) sta per lasciare l’incarico dopo un buon tratto di vita dedicato a un’attività in laboratorio e in campo. Prima a Bologna, da dove proviene e si è formato dopo la laurea in scienze agrarie all’Università 110 e lode, dirigente di società sementiere come la Sis, responsabile del mantenimento in purezza di varietà di riso. Infine fra le risaie della Lomellina, chiamato dall’Ente Risi anche con l’incarico di mantenimento e conservazione della banca del germoplasma. Nel caveau del Centro sono custodite migliaia di accessioni, come sono definite in termine tecnico le varietà che vanno dai primordi della risicoltura in Italia sino ai nostri giorni. I ricercatori vi accedono per realizzare ibridazioni con nuove varietà in campo e ottenere le nuove linee produttive, resistenti alle patologie e adatte alle esigenze del mercato. Gironi ha trascorso giorni interi in quel caveau, dividendo gli altri fra il laboratorio e in risaia, in mezzo alle parcelle sperimentali che sorgono attorno al Centro. il suo curriculum parla di decine di varietà costituite (e fra queste anche il Fragrance, prima varietà aromatica italiana). Ma dice anche molte altre cose, da non sottovalutare: il primo impiego, subito dopo la laurea, come lavoratore avventizio stagionale nei campi. Poi altre sue passioni: apicoltore, muratore, piastrellista. Arrivato ai vertici della ricerca e della responsabilità, non ha mia dimenticato il lavoro manuale. Nel bel video realizzato da Matteo Bellizzi, “Ricelands”, per l’Ente Risi, Romano Gironi è a suo agio nel laboratorio a cielo aperto, mentre osserva e accarezza le pannocchie di riso, ne scruta le potenzialità, ne decide il futuro. La passione e la professionalità accresciuta in campo, gli consentono di capire e intravedere a prima vista il destino, quale sarà il futuro, se scartare una pannocchia oppure prenderla in considerazione per uno sviluppo di ricerca.
Da Bologna all’Albania. Il testimone passa infatti a Filip Haxhari di Tirana. Non è uno sconosciuto nel mondo del riso. Anzi. In Italia da trent’anni, è un genetista scelto per professionalità e passione dimostrate anche da lui sul campo: alla Sa.Pi.Se. (Sardo piemontese sementi) di Sali Vercellese, dove per anni ha lavorato alla costituzione di nuove varietà sementiere, tra cui il primo riso nero italiano, il Venere. Ora il salto come dirigente nel più importante Centro Ricerche che custodisce la storia del riso Made in Italy.
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